Ministro: Stellantis receda da tentazione di andar via dall’Italia

Roma, 28 feb. (askanews) – Tesla e “tre aziende leader cinesi” nella produzione dell’auto elettrica: con questi grandi attori extraeuropei il governo sta già da mesi interloquendo per far posizionare in Italia una seconda casa automobilistica, accanto a Stellantis, che si sta cercando di convincere a “recedere dalla tentazione” di lasciare l’Italia. Ecco quanto ha detto oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un’audizione presso la Commissione attività produttive della Camera.

“Siamo consapevoli che la tutela della componentistica richiede volumi produttivi pari almeno in Italia pari ad almeno 1 milione di vetture e 300mila veicoli commerciali leggeri”, ha segnalato Urso. “Per questo è fondamentale lavorare al raggiungimento di un’intesa con Stellantis, puntando a consolidare la loro rete di fornitura nazionale e facendo sì che il gruppo receda dalla tentazione di trasferire all’estero come emerge dalla stessa comunicazione che il gruppo ha trasmesso alle aziende della componentistica”, ha detto il ministro. “Cioè – ha aggiunto – receda dal piano d’internazionalizzazione, che evidentemente ha realizzato quando è stato costituito 4 anni fa, e che non è compatibile col rafforzamento con la filiera dell’indotto in Italia e con la produzione delle auto nel nostro paese”.

Tuttavia, Urso ha anche detto che il governo è consapevole che un solo produttore “non basta” per raggiungere l’obiettivo di 1,3 milioni di veicoli annui prodotti. “Anche in Italia sin dall’inizio della legislatura, nella necessità di rafforzare la produzine nel nostro paese, stiamo lavorando per creare le condizioni affinché un nuovo investitore possa localizzarvisi, così da avere almeno una seconda casa automobilistica che possa far carico dell’esigenza di contribuire a salvaguardare e rafforzare l’indotto”, ha detto il ministro, segnalando che “l’ecosistema nazionale è molto favorevole” in termini di componentistica, design, ricerca e tecnologie. E questi fattori “hanno favorito il dialogo con produttori esteri interessati ad approcciare i mercati europei. Si tratta di case automobilistiche che al momento non producono in Europa, ma che guardano con interesse al nostro mercato consapevoli anche che l’Europa (…) dovrà necessariamente tutelare il mercato interno dalla concorrenza sleale con misure commerciali, come stanno facendo gli Stati uniti, e con misure industriali, come dobbiamo assolutamente fare nel nostro continente”.

Le dichiarazioni di Urso vengono dopo che nei giorni scorsi il principale produttore mondiale di auto elettriche, la cinese BYD, ha dichiarato – secondo l’agenzia di stampa Bloomberg – di aver ricevuto un contatto dall’Italia per produrre in Italia.

Urso, dal canto suo, ha detto che sono state avviate “da tempo interlocuzioni con produttori di vari paesi, non soltanto orientali, ma anche occidentali”. E ha segnalato che un canale è aperto anche con la Tesla di Elon Musk. “Sapete anche voi che i residenti della città di Gruenheide, nell’est della Germania, hanno respinto a larga maggioranza un piano di espansione massiccia dell’unico impianto di assemblaggio europeo di Tesla e questo comporterà certamente una revisione dei piani del gruppo statunitense con il quale, anche con lui, dialoghiamo da mesi”, ha detto il ministro. “Stiamo avendo – ha proseguito – riscontri molto positivi, ma si tratta di un processo ancora in corso, che richiede prudenza”.

Per quanto riguarda, invece, il dialogo aperto con produttori cinesi, Urso non ha fatto nomi specifici, ma ha confermato che sono tre i marchi di auto elettriche della Repubblica popolare a essere interessati. E ha segnalato che “a metà ottobre dello scorso anno una delegazione ministeriale ha visitato” i più importanti produttori di auto elettriche cinesi. “Tre aziende leader cinesi sono venute in Italia a incontrarsi con i nostri uffici per vagliare le possibilità nel nostro paese e in alcuni casi luoghi di possibili stabilimenti”, ha affermato il ministro. Con queste compagnie, “l’interlocuzione continua” e – ha rivendicato il ministro – “tutte e tre ci hanno esplicitamente detto che i preconcetti che avevano sul nostro paese sono stati completamente fugati”.

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