CASALNUOVO – L’aumento smisurato dei prezzi dell’energia a livello globale non arresta la sua corsa e come tale ad effetto eco tutto risulta poi aumentare il tutto.
Una delle categorie che più ha subìto con violenza la crisi del settore energetico è proprio la categoria dei panettieri che tra aumento del costo della materia prima, aumento dell’energia elettrica e gas per alimentare i forni, non riescono più a tenere contenuto il prezzo dell’alimento più antico del mondo.
A Casalnuovo tutti i panifici si sono uniti in un unico coro sotto la supervisione di UNIPAN (associazione di categoria) e dal 10 ottobre per protesta contro il caro prezzo adegueranno il prezzo del pane a 3€ per chilogrammo e 0,30 centesimi per ogni panino “Rosetta”.
Ma cosa sta succedendo in città? Ovviamente dopo la decisione i commercianti si sono presentati alla città con un volantino suscitando non poche proteste da parte dei consumatori a tal punto da richiamare anche l’attenzione del primo cittadino Massimo Pelliccia che in una nota ha chiarito “saremo come istituzione vicino ai cittadini e ai panettieri cercando di calmierare il prezzo”.
«Non possiamo indietreggiare e non lo faremo neanche di un centimetro perché lo Stato italiano ci sta mettendo in condizione di chiudere e di andarcene in Svizzera o altrove» – le parole dei panettieri di Casalnuovo.
«I panificatori di Casalnuovo il giorno 9 ottobre ritrovandosi tutti i cittadini contro, solo perché tutti insieme, visto i numerosi rincari delle materie prime e delle utenze , si sono riuniti. Evento che non si è mai verificato ì nessun comune della provincia di Napoli.
«Tutti insieme abbiamo proposto di apportare un aumento del 16% al prodotto al pane, una minima percentuale rispetto a tutti i rincari a cui siamo sottoposti che sono raddoppiati o addirittura triplicati – le parole del presidente UNIPAN – questo piccolo aumento da noi proposto non raggiunge il 100% delle spese sostenute per la produzione del bene comune.per tutto questo noi panificatori sono stati classificati con il termine sciacalli per aver imposto un prezzo al pane. Tale affermazione viene smentita da noi panificatori. In quanto non abbiamo voluto imporre il prezzo sul pane ma ci siamo visti costretti, per le suddette spese , ad apportare ulteriore rincaro di vendita del pane impostando in comune accordo un prezzo minimo che ci aiuti almeno in parte a fronteggiare la crisi che stiamo attraversando permettendoci di continuare al meglio il nostro lavoro. A fronte di tutto ciò il sindaco non ha approvato la nostra proposta. In merito ci sarà prossimamente un incontro tra il sindaco noi panificatori ed il presidente dell’UNIPAN».