Appello Anpi e altri ‘Fermiamo la follia di tutte le guerre: suibito cessate il fuoco in Ucraina e M.O.’
Roma, 23 feb. (askanews) – “Fermiamo la follia di tutte le guerre”. Con questo slogan la rete delle associazioni italiani pacifiste che si autodefinise “un grande movimento di pace e di Costituzione” ha indetto “il 24 febbraio giornata nazionale di mobilitazione”, in concomitanza con il secondo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Per questo domani in tutta Italia sono in programma tante manifestazioni, promoss, tra gli altri, dall’Anpi per chiedere a gran voce il cessate il fuoco in Ucraina e in Palestina, “L’ultimo e più drammatico esempio di questa spirale distruttiva – afferma l’appello alla mobilitazione domnani – è ancora una volta in Medio Oriente, con l’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha provocato 1200 vittime e più di 200 persone prese in ostaggio, con stupri di guerra sulle donne israeliane; ne è conseguito l’assedio della Striscia di Gaza da parte del governo israeliano con bombardamenti a tappeto, uccidendo più di 24000 palestinesi, inclusi bambini, donne e anziani, la distruzione di ospedali, scuole, presidi delle Nazioni Unite, il taglio dei rifornimenti di carburante, cibo, acqua, assistenza sanitaria. Una escalation di crimini di guerra, che condanniamo e che debbono essere fermati immediatamente per affrontare politicamente e culturalmente le cause che li hanno determinati, applicando il diritto internazionale, il diritto di autodeterminazione di entrambi i popoli, come riconosciuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite”.
“E l’elenco dei conflitti, delle guerre, delle violenze purtroppo – prosegue l’appello- non finisce qui.Il percorso della Pace deve essere globale.L’unica via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare, è unire le forze, assumere le nostre responsabilità civiche e democratiche, schierarsi per la pace, per il diritto internazionale, per la riconversione civile e sostenibile dell’economia, promuovendo la cooperazione e la sovranità dei popoli, eliminando vecchie e nuove forme di colonialismo insieme alla politica dei “due pesi e due misure”, alla sicurezza impostata sulla deterrenza nucleare e sui blocchi militari contrapposti; abbiamo il compito di costruire insieme una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto.
Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo sempre più in guerra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto internazionale e umanitario vengono calpestati nell’impunità dei colpevoli.
La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta.
Per tutto questo, chiediamo nuovamente a movimenti, reti, associazioni, sindacati, parrocchie, comitati locali, di mobilitarsi insieme nelle piazze italiane, per ribadire il NO a tutte le guerre e il NO al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e di benessere per tutte e per tutti, per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace, impegnandosi per: – la messa al bando delle armi nucleari – la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta – la riconversione dell’industria bellica, che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai conflitti armati – l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza – la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, – la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese – il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania – la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di sicurezza comune per l’Europa intera – il riconoscimento del diritto di asilo e la protezione a dissidenti, obiettori di coscienza, renitenti, disertori, profughi, difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti sociali e sindacalisti vittime della repressione politica in ogni contesto e nazione – il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di violenza strutturale (Afghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh, Iranà) – lo stanziamento dello 0,7% del PIL a favore della cooperazione allo sviluppo – la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e in Africa, che coinvolgono milioni di persone che vengono uccise, espulse dalle proprie case, impoverite, costrette alle migrazioni forzate”.