Mani libere alle forze israeliane anche in Cisgiordania, via l’Unrwa
Roma, 23 feb. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha svelato il suo piano per Gaza, presentandolo ieri sera all’approvazione del gabinetto di guerra, dopo quattro mesi e mezzo dall’inizio dell’operazione militare contro la Striscia, in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Lo scrive oggi Haaretz.
Secondo un documento pubblicato dall’Ufficio del Primo Ministro, gli obiettivi a breve termine della campagna rimangono invariati: distruggere le capacità militari e le infrastrutture governative sia di Hamas che della Jihad islamica, garantire il rilascio degli ostaggi e prevenire qualsiasi minaccia per Israele da parte del governo.
Nel medio termine, secondo il piano di Netanyahu, Israele manterrà la libertà di operazione militare a Gaza, creerà una zona cuscinetto e si impegnerà in operazioni per contrastare il contrabbando lungo il confine tra Egitto e Gaza.
Il primo ministro ha affermato che Israele avrà in questo la collaborazione degli Stati uniti, mentre l’Egitto ha espresso riserve sullo schieramento di truppe israeliane lungo il confine con Gaza. Il piano postbellico aggiunge che Israele manterrà anche il controllo della sicurezza sulla Cisgiordania.
La proposta di Netanyahu riguarda anche il governo civico della Gaza postbellica. La sua proposta è che gli affari civici e la responsabilità per l’ordine pubblico a Gaza “saranno basati su professionisti con esperienza manageriale. Questi funzionari locali non devono essere identificati con stati o organizzazioni che sostengono il terrorismo e non devono ricevere stipendi da loro”, dice il piano, secondo quanto riferisce Haaretz.
Il piano di Netanyahu prosegue affermando che Israele lavorerà per garantire la chiusura permanente dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, e l’istituzione di un nuovo organismo internazionale. Il primo ministro aggiunge che “la ricostruzione di Gaza sarà possibile solo una volta che la Striscia sarà stata smilitarizzata e una volta avviato un processo di deradicalizzazione. Il piano di riabilitazione sarà portato avanti con finanziamenti e sotto la guida di paesi approvati da Israele”.
Il piano Netanyahu aggiunge che “Israele rifiuta completamente i diktat internazionali su un accordo sullo status finale con i palestinesi”, aggiungendo che il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese da parte della comunità internazionale “garantirebbe un enorme premio al terrorismo, un premio che non abbiamo mai visto prima, e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”.