Cipolletta: mancano grandi operazioni, ma il terreno è fertile
Milano, 20 feb. (askanews) – Crollano del 42% nel 2023 gli investimenti nelle startup italiane, ma il sistema dell’innovazione resiste oltre 1 miliardo di euro di raccolta. Il rapporto del Venture Capital Monitor – VeM di Aifi con la Liuc Business School fotografa tutte le difficoltà registrate nel mercato italiano lo scorso anno: 330 operazioni contro le 370 del 2022 (-11%) e 1,1 miliardi di raccolta, contro 1,9 miliardi di un anno prima. Stabile, invece, l’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani: 300 milioni in 28 operazioni (erano 21 nel 2022).
“Il mercato italiano del venture capital sta consolidando il nuovo livello di sviluppo raggiunto, nell’auspicio di colmare il gap rispetto ai mercati più evoluti”, ha detto Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi. “Nonostante la mancanza di grandi operazioni, il numero elevato di quelle realizzate è il segnale di un terreno fertile su cui poter continuare a investire per puntare a nuovi campioni dell’innovazione”.
Dai dati emerge l’effervescenza del Technology Transfer: nel 2023 raccolti 235 milioni su 68 operazioni, anche grazie all’impatto dei fondi di ITAtech che dal 2018 ha raccolto oltre 300 milioni distribuiti in 168 investimenti. Confermata anche l’attività di corporate venture capital, con i fondi aziendali che hanno partecipato al 22% dei round. Sul fronte dei territori domina come sempre la Lombardia che copre il 46% del mercato, ben distanziate Lazio (13%) e Piemonte (8%).
“Dopo una lunga serie storica di crescita, il mercato italiano si è allineato al trend internazionali”, ha evidenziato Luca Pagetti, Head of finanziamento crescita startup di Intesa Sanpaolo Innovation Center. Tra le ragioni del calo, “la minore presenza di mega deal rispetto al 2022 e l’andamento dei tassi di interesse. Il mantenimento del valore complessivo superiore al miliardo di euro, l’incremento del numero delle exit (record storico, +16% sul 2022 ndr) e degli investimenti nel Technology Transfer – ha aggiunto – sono i segnali positivi”.
Anna Gervasoni, prorettrice Liuc-Università Cattaneo, ha sottolineato l’apporto dei fondi domestici: “Negli ultimi cinque anni ne sono stati lanciati oltre 40 che hanno accelerato la crescita dell’innovazione. Questo – ha concluso – dimostra l’importanza della presenza di operatori dotati di significativi capitali e per questo è necessario sollecitare i grandi investitori istituzionali a credere in questo settore”.