Avrebbe comportato forti ripercussioni su capacità produttiva Ue
Roma, 7 feb. (askanews) – Il ritiro da parte della Commissione Europea della proposta di Regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, insieme al rigetto della proposta da parte del Parlamento europeo alla fine dello scorso anno, dimostra “la necessità di una discussione più ampia e condivisa su un testo che avrebbe comportato forti ripercussioni sulla capacità produttiva europea”.
Lo sostiene in una nota Agrofarma, l’associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, sottolineando che “il dialogo e il confronto costruttivo rappresentano il modo migliore per facilitare la ricerca di risposte comuni alle problematiche che ci troveremo ad affrontare dentro e fuori dal campo e siamo pronti a fare la nostra parte, mettendo a disposizione il nostro know-how e le soluzioni su cui stiamo investendo”.
Agrofarma assicura il proprio impegno nei confronti degli obiettivi generali introdotti dalla strategia “Farm to Fork” ma ricorda di non avere condiviso, tuttavia, le modalità di attuazione della strategia stessa attraverso la fissazione di target di riduzione quantitativa degli agrofarmaci, particolarmente penalizzanti per l’Italia, in assenza di un’adeguata valutazione d’impatto.
Per Agrofarma, “lavorare per un sistema agroalimentare sostenibile significa favorire la tecnologia e l’innovazione scientifica; sviluppare agrofarmaci innovativi e meno impattanti, investire in strumenti di agricoltura digitale e di precisione per un impiego sempre più ottimizzato degli agrofarmaci e promuovere un approccio integrato, adottando e combinando tutte le soluzioni disponibili”.
Per fare questo serve “un contesto normativo che, nel pieno rispetto della salute dell’uomo e della tutela ambientale, consenta di sviluppare e mantenere un numero adeguato di strumenti per la difesa delle colture al fine di preservare il patrimonio colturale italiano, che è tra i più importanti a livello europeo”.