Incontro anche con presidenti Comm. Industria e Agricoltura
Roma, 7 feb. (askanews) – Il punto sulla riforma del settore delle Ig e i contributi ai Consorzi di tutela. Ieri il consiglio direttivo di Origin Italia, l’associazione italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta oltre il 95% delle Indicazioni Geografiche italiane ha incontrato i vertici delle principali istituzioni nazionali per fare il punto sui temi legati allo sviluppo del settore delle IG.
Al ministero dell’agricoltura, sovranità alimentare e delle foreste, la delegazione di Origin Italia è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto del Masaf, Raffaele Borriello, e dal nuovo Capo Dipartimento del Ministero, Marco Lupo, per discutere della attuazione della Riforma europea delle IG che avverrà nei prossimi mesi e la necessità di poterla elaborare in chiave nazionale con opportuni provvedimenti.
Si è discusso anche di come sostenere lo sforzo dei 300 Consorzi di Tutela riconosciuti a livello italiano che negli anni hanno visto diminuire sensibilmente le quote di contribuzione per le spese legate agli adempimenti burocratici per il mantenimento del sistema. Altro tema è stato quello della proliferazione di iniziative nazionali, regionali e comunali volte alla istituzione di nuovi marchi e riconoscimenti pubblici, senza un reale controllo e certificazione. Un fenomeno che, spiega in una nota Origin Italia, crea di fatto un ingolfamento nel sistema della qualità senza precedenti, oltre a generare una inevitabile confusione nei confronti del consumatore.
Successivamente, la delegazione ha incontrato anche Luca De Carlo, presidente della Commissione industria, turismo e agricoltura al Senato, e Mirco Carloni, presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati. Con i due Presidenti è stata ribadita la necessità di prevedere uno strumento normativo ad hoc per il sostegno e la crescita delle filiere DOP IGP, soprattutto per quanto riguarda i piccoli consorzi, e la tutela delle grandi IG.
Inoltre, è stata chiesta più attenzione alle proposte che sono attualmente in discussione al Parlamento e che in certi casi rischierebbero di mettere in crisi le produzioni più blasonate delle Indicazioni Geografiche italiane, oltre a quelle in fase di start up, attraverso un eccessivo uso di marchi di qualità pubblici di carattere regionale o locale.