Si vota anche nel Karabakh per la prima volta
Baku, 7 feb. (askanews) – Alle 8.00 di oggi (le 5 in Italia) si sono aperti i seggi per le elezioni presidenziali anticipate indette in Azerbaigian. Circa 6,5 milioni di elettori sono chiamati alle urne e per la prima volta diverse migliaia di loro voteranno nei 26 seggi istituiti dalla Commissione elettorale centrale nei territori liberati del Karabakh.
Il presidente in carica Ilham Aliyev, pronto al quinto mandato consecutivo alla guida del Paese caucasico, ha presentato il voto di oggi come storico e contemporaneamente la fine di un’era e l’inizio di un’altra.
Oltre 90mila osservatori monitoreranno le elezioni, tra cui anche 266 dell’Osce e il presidente della Commissione elettorale centrale, Mazahir Panahov, che ieri ha parlato ai giornalisti, ha garantito che non ci saranno problemi di trasparenza.
Le urne chiuderanno alle 19.00 ora locale (le 16.00 in Italia) e sono previsti exit poll, anche se l’esito delle votazioni appare scontato. I sei rivali di Aliyev, tra cui rappresentanti dell’opposizione parlamentare e due indipendenti, non hanno chance di insidiare il primato del capo di stato, forte anche per la riconquista dei territori del Karabakh, dopo decenni di conflitto con l’Armenia. I due principali partiti d’opposizione, fuori dal Parlamento e dalla vita politica ufficiale del Paese perché da tempo boicottano le elezioni, invece non hanno presentato alcun candidato. Il Fronte popolare dell’Azerbaigian ha chiesto di non andare a votare alle presidenziali, definite una farsa, mentre il Musavat ha contestato la mancanza di elezioni libere e l’arresto di giornalisti e attivisti politici.
“A settembre abbiamo chiuso un’era, con un evento epocale. Credo che non ci sia stata una vittoria simile nei cento anni di storia dell’Azerbaigian – ha dichiarato Aliyev in un’intervista rilasciata dopo l’annuncio delle elezioni anticipate e della sua candidatura – Le elezioni presidenziali dovrebbero sancire l’inizio di questa nuova era”. La seconda ragione per la convocazione di un voto anticipato, ha spiegato il presidente azerbaigiano, è “che per la prima volta nella nostra vita di Paese indipendente, un’elezione si svolgerà in ogni angolo della nostra nazione” e “quindi ho pensato che le prime votazioni dovessero essere le più importanti, le presidenziali”. Infine, ha spiegato ancora Aliyev, “il mio ruolo da presidente ha superato i 20 anni” e quindi “un voto dopo 20 anni rappresenta la giustificazione di un tale periodo cronologico”.
Anche per Farid Shafiyeh presidente del think tank AIR Center quelle di oggi sono elezioni importanti e soprattutto “simboliche”, sia per il ripristino dell’integrità territoriale azerbaigiana sia perché si “potranno liberare risorse che prima erano impiegato per le operazioni militari, per investire nello sviluppo economico e sociale”, ha detto a un gruppo di giornalisti internazionali a Baku. La “ricostruzione dei territori e la trasformazione del Paese” sono tra le priorità del 2024 per l’Azerbaigian, ha detto Shafiyeh, aggiungendo che un’altra priorità è la firma dell’accordo di pace con l’Armenia, “che potrebbe avvenire già quest’anno anche se restano dei punti di disaccordo, ora sta all’Armenia iniziare, a partire dalla modifica della Costituzione che contiene diretti riferimenti all’annessione della regione” del Karabakh.
Tra i “rivali” di Aliyev, candidato del Partito Nuovo Azerbaigian, non si annovera nessuna donna, come ha sottolineato la stessa Commissione elettorale centrale. I sei uomini che si sono presentati sono Fazil Mustafa, candidato dei liberali del Grande Ordine, Elsad Musayev, del partito Grande Azerbaigian, all’opposizione in Parlamento insieme al Fronte popolare, il cui presidente Gudrat Hasanguliyev ha deciso di candidarsi, il socialdemocratico del Fronte nazionale Razi Nurullaev e gli indipendenti Zahid Oruj e Fuad Aliyev.
(di Daniela Mogavero)