Servono risposte forti a sostegno del settore

Roma, 31 gen. (askanews) – “Da Bruxelles non arriva una risposta forte alle richieste degli agricoltori, ma un ‘contentino’ che lascia perplessi su modalità e durata”. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta la proposta della Commissione Ue di avvalersi di deroghe per l’anno 2024 a quelle norme della Pac che obbligano gli agricoltori a mantenere determinate aree non produttive.

Secondo le prime valutazioni, spiega Cia, si tratta di una deroga all’obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti, ma limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali, potendo accedere allo stop solo chi coltiva colture azoto-fissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi con anche il divieto di usare prodotti fitosanitari.

“Una proposta debole e insufficiente – dice il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – Quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell’agricoltura, già dal Consiglio Ue di domani, con lo stralcio senza se e senza ma dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Dobbiamo poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le nostre attività, non ostacolarle”.

“Cia continuerà a presidiare la situazione a Bruxelles, come già nei mesi scorsi, affinché l’Europa rimetta davvero al centro il settore primario – sottolinea Fini – Abbiamo già vinto alcune battaglie importanti in Parlamento, come il rigetto della proposta di regolamento Ue sui fitofarmaci e l’esclusione degli allevamenti bovini dalla direttiva sulle emissioni. Ora proseguiamo il nostro impegno anche sulla revisione della Pac, che non deve essere punitiva ma incentivante”.

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