Ministro rinuncia a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman
Milano, 9 dic. (askanews) – “La presenza dei garanti aveva semplicemente lo scopo di sostenere questa iniziativa. La loro diversità culturale era proprio un messaggio forte per significare che nel contrasto alla violenza contro le donne dobbiamo essere tutti uniti, partendo da iniziative concrete, di buon senso, non estremiste, nè tanto meno ideologiche. Era un tentativo di unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante. Questa scelta ha suscitato tuttavia anche polemiche. Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate. Il progetto ‘Educare alle relazioni’ andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti”. Lo ha annunciato in una nota il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in merito al progetto “Educare alle relazioni”. “Il maschilismo e la violenza contro le donne sono temi seri e importanti che stanno a cuore a questo governo” ha ricordato Valditara, aggiungendo che “non casualmente è stato approvato dal Parlamento un disegno di legge a prima firma Roccella che si intitola ‘Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica’, e non casualmente si è siglato il 22 novembre fra i ministri delle Pari opportunità e della Famiglia, della Cultura, dell’Istruzione e del Merito un protocollo d’intesa per promuovere nelle scuole il contrasto alla violenza contro le donne”.
“Il mio progetto ‘Educare alle relazioni’ dà una risposta che attua questo indirizzo e che tiene conto delle tante sensibilità di cui è composto il Paese e il Parlamento” ha proseguito il ministro, evidenziando che “non parla dunque in alcun modo di educazione sessuale, di educazione all’affettività, o di cultura gender: costituisce, su base volontaria, fuori dal curriculum scolastico, gruppi di discussione fra i giovani, moderati da un docente appositamente formato da Indire, per contrastare mentalità e atteggiamenti che generano discriminazione, sopraffazione e violenza verso le donne”.
“Insomma serve a far riflettere i giovani su un tema decisivo per il grado di civiltà della nostra società” ha continuato, precisando che “si prevede anche il coinvolgimento delle associazioni rappresentative dei genitori”. “Fa parte più in generale di una scuola che educhi al rispetto verso ogni persona – chiosa – e sono gli studenti stessi ad essere protagonisti, non sono lezioni dalla cattedra”.