Pd, M5s, Avs e Azione ritirano firma da proposta di legge affossata
Roma, 5 dic. (askanews) – Si riaccende lo scontro sul salario minimo. Dopo che l’aula della Camera ha bocciato l’emendamento di Pd, M5S, Avs e +Europa che chiedeva di ripristinare la proposta di legge unitaria delle opposizioni (tranne Iv) sul salario minimo per legge a 9 euro – testo che era stato affossato da un emendamento approvato in commissione dalla maggioranza interamente sostitutivo – le opposizioni hanno deciso di ritirare la firma dalla loro proposta di legge unitaria. Ad annunciarlo, sono stati la segretaria del Pd Elly Schlein, il presidente M5S Giuseppe Conte, per Avs Nicola Fratoianni e per Azione Matteo Richetti.
“Avete scelto definitivamente da che parte stare, chi rappresentare, quali interessi difendere. Doveva essere un governo dalla parte degli italiani, siete solo dalla parte degli sfruttatori, e avete dato uno schiaffo agli sfruttati”, ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein. Aggiungendo: “Oggi con questa scelta affossate il salario minimo su cui abbiamo raccolto oltre 500mila firme, ve ne siete fregati, gli avete tolto pure il nome. Puntate a cancellarlo dalla memoria collettiva, a rimuoverlo dal dibattito pubblico, a degradarlo a un capriccio delle opposizioni. Avete scritto una delega dove non ce ne è traccia. Aiutatemi a spiegarlo agli italiani: voi oggi votate contro una legge che dice che sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento. Allora ditelo: a voi va bene lo sfruttamento. Vergogna”, ha chiosato Schlein.
Il governo ha “gettato la maschera”, dicendo “no al salario minimo”: “La maggioranza ha voltato le spalle a 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori. Chi si deve vergognare è chi ha votato no a questa legge. Si prende proditoriamente in giro tutta questa platea di lavoratrici e lavoratori”, ha detto il leader M5s Giuseppe Conte. Ma “questo gesto proditorio non lo compirete in mio nome e del M5s”, ha spiegato annunciando il ritiro della firma dal provvedimento.