L’unica completata è quella di Bresso, previsti 12 interventi
Milano, 4 dic. (askanews) – Dopo che lo scorso 31 ottobre scorso il fiume Seveso è esondato a Milano per l’ennesima volta, rimanendo fuori dagli argini in questo caso per sei ore, il consigliere regionale di Avs Onorio Rosati ha presentato una interrogazione al Pirellone per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione di un sistema di vasche di laminazione in grado di evitare fenomeni analoghi. L’ultima esondazione, durata dalle ore 6 alle ore 12, ha colpito i quartieri a nord di Milano – Isola, Montalbino, Niguarda e Maggiolina.
Nell’interrogazione si chiede, oltre alla stato di avanzamento dei lavori, anche la stima totale degli investimenti necessari e le realtive fonti di finanziamento; lo stato di avanzamento delle opere di georefenziamento degli scarichi abusivi che sversano liquami non trattati nel torrente Seveso, intervento appaltato alla Agenzia Interregionale per il fiume Po; se è prevista una verifica della qualità dell’acqua afferente al torrente Seveso dai depuratori delle città ad esso collegate; se è stata predisposto un progetto di disinquinamento del torrente Seveso.
Avs ricorda che sono previsti 12 interventi con una capacità complessiva di 4.755.100 mc. In particolare, le 4 vasche di laminazione nel tratto del torrente più vicino a Milano, da sole rappresentano l’85% della capacità totale. Al momento l’unica vasca di laminazione completata è quella di Bresso per una capacità di 250.000 mc. Il complesso delle vasche di Senago è in fase di realizzazione, con una capacità totale di 810.000 mc. Tuttavia, è necessario segnalare che questa vasca non viene realizzata in prossimità del Seveso, ma sarà collegata ad esso attraverso il canale scolmatore di Nord-Ovest, che ne riduce la capacità di assorbimento.
Le vasche di laminazione di Lentate sul Seveso e di Varedo, che rappresentano il 63% dell’opera finale hanno, per il momento, solo completato l’iter progettuale. Il canale scolmatore di Nord-Ovest ha la capacità di fungere da valvola di sfogo della piena del torrente Seveso, nei momenti in cui le precipitazioni sono elevate e concentrate, come avvenuto il 31 ottobre, tuttavia, se non viene effettuata una regolare manutenzione di questa infrastruttura, la sua capacità di assorbire il picco della piena ne risulta ridotta.
C’è da considerare anche che l’Italia è oggetto di procedimenti di infrazione per il mancato rispetto delle direttive 91/271/CE sul trattamento delle acque reflue e 00/60/CE sulla qualità dell’acqua e che queste procedure di infrazione riguardano anche il torrente Seveso, considerato tra i fiumi con il maggior inquinamento in Europa.