Ospiti di Col d’Orcia hanno posto le basi per le azioni future
Milano, 2 dic. (askanews) – Promuovere pratiche agroecologiche e rigenerative che favoriscano la biodiversità; identificare e condividere soluzioni per ridurre l’impatto lungo la filiera del vino; rendere il mondo vino più inclusivo e accessibile. Sono i tre obiettivi principali identificati dagli Amici della Slow Wine Coalition (SWC) che, per la prima volta della loro nascita, si sono riuniti a Col d’Orcia, storica azienda vitivinicola di 540 ettari biologici di cui 149 vitati a Montalcino (Siena).
La Slow Wine Coalition è la rete internazionale che unisce i protagonisti del mondo del vino per affrontare insieme e provare a vincere le sfide del futuro, coniugando la sostenibilità ambientale, la difesa del paesaggio e la crescita culturale e sociale delle comunità. Ospiti del Conte Francesco Marone Cinzano, le grandi aziende del vino buono, pulito e giusto, Planeta, Ceretto, Felsina, Bertani e Terre Margaritelli, che insieme con la delegazione di Slow Food guidata da Giancarlo Gariglio, hanno posto le basi per le azioni future, partendo dall’analisi della fase delicata che oggi sta interessando il settore vitivinicolo.
Nata con l’ambizione di riunire persone e idee, la SWC adesso ha bisogno di mettere radici nelle comunità, aggregando i produttori per il raggiungimento di finalità specifiche. E’ in quest’ottica che Col d’Orcia si è posta in prima linea e, al termine dei lavori, ha aperto le porte ai vignaioli del Brunello di Montalcino e della Toscana, accomunati dalla stessa visione agronomica e del futuro del vino, per un pomeriggio di condivisione e confronto. I primi temi su cui la rete inizierà a lavorare sono quelli della fertilità e rigenerazione dei suoli, che saranno oggetto della “Slow Wine Fair 2024” che si terrà a Bologna dal 25 al 27 febbraio del prossimo anno. Argomenti molto caldi per il settore e da sempre al centro del lavoro di professionisti e ricercatori come Adriano Zago, agronomo ed enologo, consulente e formatore in agricoltura biodinamica, ed Ínigo Alvarez de Toledo, direttore di IDEAA Regeneration Systems, che sono stati ospiti dell’incontro a Montalcino.
Alla SWC partecipano non solo i produttori, ma tutti i player della filiera, dai professionisti ai consumatori, e per questo, il conte Francesco Marone Cinzano ha sottolineato che “dobbiamo pensare ad una rete a due velocità: da un lato, bisogna coinvolgere i consumatori, destinatari finali del nostro messaggio e dall’altro, dobbiamo confrontarci maggiormente sul nostro lavoro di agricoltori, coinvolgendo accademici e ricercatori”. “Il nucleo degli imprenditori sensibili ai principi della Slow Wine Coalition – ha concluso – deve condividere le proprie esperienze e scambiare informazioni, visitare e scoprire insieme i territori, imparare dagli esempi virtuosi, locali e in giro per il mondo, per accrescere la nostra consapevolezza, affinare le nostre tecniche e migliorarci sempre di più”.