Premier spieghi norme su reati contro P.A., si scusi per parole sulle tasse
Roma, 29 nov. (askanews) – “Parlaci pure di mafie, presidente Meloni. Risparmiaci, però, l’ipocrisia nella televisione di Stato”. Lo ha scritto su Facebook il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un post intitolato “Giorgia, parlaci davvero di mafia”.
“Stasera su Rai 1 – ha sottolineato l’ex presidente del Consiglio – andrà in scena uno speciale sulle mafie di Bruno Vespa. A parlarci di mafie ci sarà anche Giorgia Meloni, che è presidente del Consiglio ma anche leader di un partito, Fratelli d’Italia, che il M5S ha colto con le mani nella marmellata mentre – tramite un suo esponente – proponeva una norma per aprire le porte dei comuni ai condannati per corruzione. Noi li abbiamo fermati. Ma stasera Meloni potrebbe fornirci qualche spiegazione su questo episodio”.
“Questa sera – ha proseguito Conte – Meloni potrebbe approfittarne anche per spiegare perché, con il decreto Rave, hanno dato l’accesso ai benefici penitenziari a chi ha commesso gravi reati contro la pubblica amministrazione. Potrebbe spiegarci pure la ragione per cui hanno approvato un emendamento che non consentirà più le cosiddette intercettazioni ‘a strascico’ per i gravi reati contro la PA. Guarda caso sempre quelli. Eppure Giorgia Meloni sa per certo che la mafia affarista utilizza proprio i metodi corruttivi per perseguire i suoi sporchi affari. Ancora. Questa serata potrebbe essere l’occasione giusta per ascoltare dalla viva voce della presidente Meloni la motivazione con cui, con la doverosa riforma dell’ergastolo ostativo, hanno scelto di rendere più conveniente l’omertà piuttosto che la collaborazione con la giustizia per accedere ai benefici penitenziari. E visto che ci siamo potrebbe spiegare perché con il ddl Nordio propongono di abolire l’abuso d’ufficio, un reato-spia che spesso segnala la capacità delle mafie di piegare le pubbliche amministrazioni ai propri appetiti e interessi”.
“La presidente Meloni – ha scritto ancora il leader del M5S – questa sera ci ricorderà – probabilmente – la sua decisione giovanile di impegnarsi in politica in coincidenza con l’uccisione del giudice Paolo Borsellino. Ma non credo che si scuserà perché, in occasione della campagna elettorale per il comune di Catania, dal palco ha denunciato che le tasse sono un ‘pizzo di Stato’ per gli imprenditori, disonorando così la memoria di tutti gli imprenditori che hanno perso la vita per non avere ceduto alle richieste estorsive delle mafie. Né tantomeno chiarirà perché – in occasione dell’ultima campagna elettorale – non si è presentata per chiedere scusa ai cittadini di Foggia, un comune sciolto per mafia con un’amministrazione di centrodestra”.
“Parlaci pure di mafie, presidente Meloni. Risparmiaci, però, l’ipocrisia nella televisione di Stato”, è la conclusione del post di Conte.