Ad un anno dalla ‘riesumazione’ ad opera del Governo Draghi di una norma irrazionale ed iniqua, anche il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio riconosce, con una propria ‘ordinanza-pilota’, la “non manifesta infondatezza” della questione di incostituzionalità del cosiddetto Payback sui Dispositivi Medici forniti e pagati alle imprese dal Sistema Sanitario  dal 2015 sino ad oggi.

“L’indicazione fornita dall’Associazione Campana Fornitori Apparecchiature e Presidi Ospedalieri Campania, aderente ad Acfapo per resistere in tutte le sedi a questo obbrobrio giuridico e non versare alcun importo richiesto dalle Aziende Sanitarie – viene sottolineato in una nota – si è dunque dimostrata corretta sotto il profilo sia giuridico che finanziario: il cittadino-imprenditore non può chiudere la sua impresa a causa di una legge illogica, iniqua, incostituzionale e contraria alle norme europee, come i magistrati  del Tar Lazio hanno analiticamente descritto nell’ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale.

Al Governo di oggi tocca ora gestire la patata bollente – o polpetta avvelenata – ricevuta in eredità, ma senza colpire direttamente le imprese ed indirettamente le migliaia di addetti del comparto e i milioni di pazienti italiani”.

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