Nell’annuale classifica Zelensky Sognatore n.1, Nabiullina capo demolitori
Roma, 29 nov. (askanews) – Donald Tusk, ex presidente del Consiglio Ue ma soprattutto ex primo ministro polacco in attesa di tornare alla guida dell’esecutivo a Varsavia, è l’uomo più influente d’Europa secondo il quotidiano online Politico: è il leader “del cambiamento” possibile. La classifica di Politico prevede poi tre categorie di leadership, e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni figura in cima a quella degli ‘Operatori’, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è primo tra i Sognatori, la governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina si attesta numero uno tra i Disruptors (demolitori, disgregatori).
Meloni, argomenta Politico, dopo la sua ‘temuta’ ascesa, ha sfidato le aspettative e ha saputo sorprendere, in particolare in politica estera, dove dalle posizioni anti-euro e anti-burocrati bruxellesi è passata alla costruzione di buoni rapporti nella capitale europea, in particolare con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (che la segue nella classifica, mentre il presidente francese Emanuel Macron è al terzo posto).
Tra i Sognatori spicca Volodymyr Zelensky, che Politico affianca a figure storiche come Martin Luther King, Nelson Mandela o Winston Churchill.
“Dal video provocatorio “Siamo qui” girato nei primi giorni di guerra fuori dal suo ufficio presidenziale e dalla sua iconica battuta “Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio” pronunciata in risposta a un’offerta di evacuazione da parte degli Stati Uniti, Zelensky ha ispirato gli ucraini e il mondo, scrive Politico.
Mentre la numero 1 tra i Disruptors (demolitori, sovversivi) è la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina, a cui viene riconosciuto il ruolo di primo artefice di un quadro macroeconomico che ha permesso all’economia russa di resistere a sanzioni internazionali senza precedenti. In particolare, le politiche monetarie di Nabiullina hanno salvato il rublo in diverse occasioni.
Segue tra i Sognatori il leader indipendentista catalano, Carles Puigdemont, e dopo di lui “il guastafeste” Viktor Orban. Il premier ungherese in costante rotta di collisione con le politiche di Bruxelles, nella seconda metà dell’anno prossimo sarà alla presidenza di turno dell’Ue.