Nessuno vuole fare guerra a auto, solo traffico più controllato

Milano, 28 nov. (askanews) – “Se queste piccole-gradi rivoluzioni devono accadere accadranno a Milano, abbiamo il dovere di fare questo percorso, per i nostri cittadini e per il paese, di prenderci questa responsabilità e anche il rischio sapendo che il percorso è lungo”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, durante un evento del Forum della Mobilità al Museo della Scienza, parlando delle politiche comunali su mobilità e ambiente e al rischio di impopolarità.

“Nella campagna elettorale precedente c’era gente, oggi in Consiglio comunale, che andava in corso Buenos Aires con il martello per distruggere le piste ciclabili. Cambiare le abitudini della gente è divisivo, ma non cambiare sarebbe grave. Se sarà confermato, manca ancora un mese abbondante, che questo sarà l’anno con meno sforamenti dei limiti relativi all’inquinamento” atmosferico questo “vuol dire che qualcosa abbiamo fatto, questo non nasce dal nulla quindi andremo avanti” ha proseguito Sala.

“Nessuno vuole fare la guerra alle auto, ma ciascuno di noi vuole lavorare a un traffico più controllato. Nessuno è così folle da teorizzare una situazione tipo Tokyo dove non puoi comprare un’auto se non hai un pacchetto, ma il parcheggio sotto casa non è un diritto” ha aggiunto il primo cittadino.

Un altro esempio è l’annunciata chiusura al traffico del cosiddetto “Quadrilatero della moda”. “Secondo me dovrebbe essere una misura permanete cioè sarebbe assurdo se poi alla sera si potesse entrare. Se tanto poi non ci sono i parcheggi, che è quello che noi vogliamo fare. La mia proposta è che sia permanente e che lo sia anche nel weekend perché così deve funzionare. Con il buonsenso perché se uno vuole andare a parcheggiare o ha il suo parcheggio non possiamo ledere questo diritto, ma credo sia il momento di farlo e di farlo per sempre” ha continuato. “Che senso ha che un Suv arrivi in quella zona?” se non ci sono parcheggi, “è anche un segno di civiltà” ha ribadito.

“Parliamo di tematiche che molto spesso sono un po’ svilite dal dibattito politico e invece è abbastanza complicato. Mettere d’accordo tutti è impossibile, ma devi prendere una decisione evitando che si formino i partiti, quello delle auto e quello delle bici” ha continuato. “La questione della ciclabilità – ha concluso – spiega molto: ad esempio non è che gli olandesi sono nati ciclisti, ma la politica olandese, negli anni Cinquanta e Sessanta, ha cominciato a fare delle politiche” a favore delle due ruote e i risultati si vedono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *