Il ministro dell’Agricoltura della Sovranità alimentare: “Si passa da 3,68 a 6,53 miliardi”
Roma, 28 nov. (askanews) – Il Pnrr agricolo dopo l’ok di Bruxelles è passato da una dotazione di 3,68 miliardi a una di 6,53. Risorse alle quali aggiungendo gli 1,2 miliardi destinati al settore agricolo del Piano nazionale complementare portano il budget complessivo a sfiorare gli 8 miliardi di euro. “La maggiore dotazione di risorse mai destinata all’agricoltura italiana” dice con soddisfazione a “il Sole24 Ore” il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. “L’intero Governo Meloni, col ministero dell’Agricoltura e grazie al gran lavoro effettuato dal ministro Fitto, è riuscito a ottenere un grande risultato che non è solo nel forte incremento delle risorse ma soprattutto nei meccanismi che sono stati introdotti per assicurare che quei finanziamenti vengano spesi e bene” dice.
“Innanzitutto, abbiamo puntato alle misure e agli investimenti che hanno dimostrato di riscuotere l’interesse degli imprenditori e di garantire un tiraggio. E l’agrisolare oltre a ridurre l’inquinamento produce energia da fonti rinnovabili e quindi si tratta di investimenti che offrono più risposte positive. E lo stesso vale anche per i contratti di filiera che rafforzando la produzione agricola e la trasformazione industriale, poi aprono spazi per ulteriori investimenti nell’indotto. Va aggiunto che per i contratti di filiera è prevista la creazione di uno specifico fondo gestito da Ismea che svolgerà le istruttorie tecniche e procederà alla stipula dei relativi contratti. Ripeto, ci siamo limitati ad ascoltare la voce degli imprenditori”. Quindi Lollobrigida, sul Pnrr, come su altre importanti battaglie dell’agroalimentare in Europa dice che “in Italia ognuno veste la maglia della propria compagine, ma in Europa è decisivo che si vada uniti, come una nazionale. E, in questi mesi, come nelle ultime settimane, sul Pnrr come su misure come gli imballaggi o i tagli ai fitofarmaci, il Governo ha potuto contare anche sul sostegno di eurodeputati di ogni schieramento come De Castro, Dorfmann e Procaccini. È grazie a questo gioco di squadra che abbiamo proposto al Consiglio Agrifish il riconoscimento dell’agricoltore come bioregolatore e la difesa del suo ruolo a presidio dei territori e a tutela dell’ambiente. Una nuova impostazione, condivisa anche da altri paesi come la Francia e con la quale proponiamo a Bruxelles di incrementare le risorse della Politica agricola comune in modo da invertire la tendenza al ridimensionamento delle aziende agricole calate in pochi anni del 353 in Italia (con punte del 403 al Sud e nel settore della pesca) e del 283 nella Ue. Contiamo di invertire questa tendenza perché ormai in tutta Europa si è affermata, soprattutto con gli attuali scenari geopolitici, l’idea che sia indispensabile l’autosufficienza agroalimentare”.