Ministro chiede a eurodeputati italiani modificare regolamento Ue
Strasburgo, 21 nov. (askanews) – Il ministro per le Imprese e iol made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi a Strasburgo gli eurodeputati italiani e alcuni rappresentanti del sistema produttivo nazionale, alla vigilia del voto della plenaria del Parlamento europeo, domani a mezzogiorno, sul nuovo regolamento Ue relativo agli imballaggi e ai rifiuti da imballaggi.
Il regolamento, in discussione da quasi un anno dopo la proposta della Commissione del 30 novembre 2022 che dovrà sostituire le norme attuali, è stato oggetto di fortissime pressioni da parte dei gruppi d’interesse, e in particolare di quelli italiani, come dimostra l’altissimo numero di emendamenti (circa 2.500) presentati dal Parlamento europeo.
“Sono venuto a Strasburgo per incontrare, come doveroso, tutte le delegazioni del Parlamento europeo, per fare squadra con le nostre istituzioni e le nostre imprese a sostegno del sistema industriale, e quindi del lavoro italiano; a cominciare dal dossier cruciale sugli imballaggi che, se non fosse modificato sostanzialmente, avrebbe un impatto molto pesante per il nostro sistema produttivo””, ha detto Urso durante un punto stampa nel pomeriggio.
“In realtà – ha osservato il ministro – si tratta di un dossier di natura industriale, che avrebbe un impatto molto pesante, ove non fosse modificato in modo sostanziale, sul nostro sistema produttivo. Fare squadra – ha sottolineato Urso – è importante, a tutela del sistema Italia. Di questo sono convinte le nostre imprese e i sindacati, che ci hanno stimolato a coinvolgere tutti i gruppi in questa battaglia”.
I punti più controversi del regolamento sono sostanzialmente due: l’accento posto in priorità sugli obiettivi di riuso degli imballaggi, e non più solo su quelli di riciclaggio, come modo per ridurre la produzione di rifiuti in quest’area; e i divieti di usare imballaggi monouso, soprattutto per confezioni di piccole dimensioni, di alimenti e bevande nei settori della distribuzione e della ristorazione.
L’Italia, che ha già superato abbondantemente gli obiettivi fissati dalla normativa attuale dell’Ue per il riciclaggio degli imballaggi, si è opposta fin dall’inizio all’impianto del regolamento, basato sul principio della “gerarchia dei rifiuti” nell’economia circolare, per cui, quando è possibile, il riuso è prioritario rispetto al riciclo. L’applicazione di questo principio basilare della politica ambientale comunitaria rischierebbe, è questo il timore, di mettere in crisi la fiorente industria del riciclaggio in Italia.
Di qui l’opposizione a diverse disposizioni del regolamento Ue da parte del governo e di molti eurodeputati italiani, che sono contrari anche al ritorno del sistema di cauzione e riconsegna delle bottiglie vuote, che molti anni fa esisteva in Italia, e che esiste o è stato introdotto in molti altri paesi europei. Non sarebbe più sensato reintrodurlo anche in Italia?
“Per vent’anni – ha detto Urso, replicando a questa domanda – le istituzioni europee, e noi con esse, abbiamo indicato al sistema produttivo di realizzare un sistema avanzato di riciclo. Da vent’anni questa era stata l’indicazione data al sistema produttivo italiano, che si è mosso sulla strada del riciclo meglio delle altre imprese europee. E noi siamo il paese leader nel campo del riciclo in Europa e nel mondo. Ora ci dicono che il riciclo non conta più nulla, ma conta il riuso; cioè hanno cambiato le regole del gioco che loro stessi hanno dato vent’anni fa alle imprese europee, e questo è illogico”.
A un giornalista che ricordava che le direttive europee prevedono la “gerarchia dei rifiuti” già dal 2008, il ministro ha poi risposto: “Ma infatti noi non vogliamo dire di utilizzare una strada piuttosto che un’altra: la nostra azione è sempre frutto del buon senso, e della consapevolezza che l’Europa è il continente delle libertà. E quindi se un obiettivo si può raggiungere meglio col riciclo, lo si raggiunga col riciclo, se si può raggiungere con riuso, lo si raggiunga col riuso. Noi siamo neutrali sul piano della tecnologia da utilizzare, e siamo fermamente convinti che bisogna procedere sulla strada della sostenibilità ambientale. Ma neutrali sulla tecnologia da utilizzare”, ha ripetuto.
“Questo vale per quanto riguarda il riciclo rispetto al riuso nel regolamento sugli imballaggi di domani, ma vale anche per il dossier dell’automobile, perché secondo me occorre utilizzare tutte le tecnologie possibili, per quanto riguarda il biocombustibile come il combustibile sintetico, che hanno la stessa valenza”. Il biocombustibile – ha osservato il ministro -“può raggiungere gli stessi obiettivi del motore elettrico. Perché dire al cittadino che può utilizzare solo il motore elettrico, se poi c’è una tecnologia che oggi può essere il combustibile sintetico, può essere domani il biocombustibile e dopodomani l’idrogeno, che raggiunge gli stessi obiettivi? Per questo bisogna avere un approccio – ha insistito – che sia neutrale sul piano della scienza e della tecnologia, e fermo sul piano dei valori”, ha rilevato Urso.
A margine della seduta plenaria del Parlamento Europeo in corso a Strasburgo, Urso ha anche incontrato i rappresentanti delle associazioni di imprese e di alcune grandi aziende italiane per un confronto sui temi della competitività e sui dossier in corso di discussione nelle istituzioni europee.
Alla riunione hanno partecipato anche i rappresentanti di Confindustria e di Eni, Enel, Ferrovie dello Stato, Iveco, Versalis, Edison, Seda International Packaging Group, Fincantieri. “Istituzioni e imprese insieme per difendere la competitività del Sistema Italia”, ha detto il ministro Urso.