Quasi 7 mila decessi all’anno
Roma, 15 nov. (askanews) – Il carcinoma prostatico è diventato nell’ultimo decennio il tumore più frequente nella popolazione maschile dei paesi occidentali. Ogni anno colpisce 37.000 uomini, circa un uomo su otto. Attualmente sono 564.000 gli uomini viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore alla prostata. Sono solo alcuni dei numeri emersi durante il convegno Androday, organizzato annualmente dalla Fondazione PRO ETS, che si è svolto oggi a Nola.
“Ci sono stati 7400 morti per tumore alla prostata nel solo 2021. Questo dato è destinato ad aumentare perché 3 pazienti su 10 colpiti da questo carcinoma non hanno fatto controlli negli scorsi anni per paura del covid. Eppure il tumore alla prostata se lo si intercetta in tempo, ha una possibilità di guarigione del 91%”, ha spiegato il professore Vincenzo Mirone, presidente della Fondazione Pro Ets.
Tre sono le parole chiave per combattere il tumore alla prostata: familiarità, alimentazione e maleducazione sentimentale. Come ha evidenziato il professore Mirone Il cancro alla prostata ha un’ereditabilità stimata del 58%, uno dei più alti tra i tumori più incidenti. Diversi studi hanno dimostrato che chi ha un fratello che ha sviluppato il tumore alla prostata, ha un rischio del 30% di ammalarsi prima dei 75 anni, mentre per chi non ha questa familiarità il rischio di contrarre il tumore alla prostata è del 13%. Mentre gli uomini che hanno sia il padre che un fratello malati hanno un rischio che è circa triplo rispetto a chi non ha parenti di primo grado con la stessa patologia.
Un ruolo fondamentale lo gioca anche la maleducazione sentimentale. È necessario proporre soprattutto ai ragazzi un’idea di prevenzione che passi per la conoscenza dei corretti stili di vita alimentare, lavorativo-familiare, sportivo e sessuale. La Fondazione PRO ETS (www.fondazionepro.it) ha realizzato in collaborazione con Fondazione Banco Napoli un sondaggio su 1000 ragazzi tra i 16 e i 19 anni di sette Istituti Secondari di II grado del Centro storico di Napoli, dai quali sono emersi dati preoccupanti sotto molti aspetti: solo un ragazzo su cinque si è sottoposto a una visita dall’urologo, il 65% dei giovani non ha mai parlato di sessualità con il proprio padre, 8 su 10 visitano siti pornografici e uno su quattro ha rapporti sessuali non protetti. Quindi più educazione su queste tematiche per una maggiore prevenzione.