Debito amministrazioni centrali +3,7 mld, locali +0,1 mld

Milano, 15 nov. (askanews) – Lo scorso settembre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.844,2 miliardi. Lo comunica la Banca d’Italia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.

Il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (25,1 mld), spiega, ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (21,3 mld, a 31,9). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio è stato sostanzialmente nullo.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 3,7 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile.

La vita media residua del debito – immutata rispetto al mese precedente – è rimasta stabile a 7,7 anni.

La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 25% (dal 25,1% del mese precedente), mentre ad agosto (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) si sono collocate rispettivamente al 26,9% e al 12,4%.

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