“Questa tipologia di vini rafforza appeal turistico delle Cantine”
Milano, 5 nov. (askanews) – “Il Vin Santo e gli altri vini dolci vengono venduti soprattutto nel luogo di produzione grazie allo storytelling che affascina i visitatori, quindi se da un lato sarebbe auspicabile la creazione di un ‘itinerario di vini dolci toscani’ che ne incentivi la conoscenza e le vendite, dall’altro, la particolarità del loro sistema produttivo, la rarità e la territorialità di questi vini rafforzano l’appeal turistico delle Cantine rispetto ad un viaggiatore sempre più attratto da ciò che è raro e autentico”. Lo ha affermato Donatella Cinelli Colombini, produttrice e delegata delle Donne del Vino della Toscana, nel corso dell’incontro “Dolce Toscana nel vino” organizzato alla Fattoria del Colle di Trequanda (Siena).
L’iniziativa è stata anche l’occasione per discutere, con l’aiuto del giornalista enogastronomico Gianni Fabrizio, del rilancio futuro dei passiti e dei vini dolci toscani in genere, provati da contraffazioni e accorgimenti produttivi che riempiono il mercato di Vin Santo scadente a prezzi bassissimi e incompatibili con il costoso processo produttivo tradizionale.
Roberto Scalacci, direttore Agricoltura e Sviluppo rurale presente in rappresentanza della Regione Toscana per recepire le necessità del comparto, ha ricordato come “grazie al lavoro fatto dalla Regione Toscana negli anni Novanta, il Vin Santo può essere prodotto solo in Toscana e quindi costituisce un’esclusiva di questa Regione”, e ha portato il suo contributo di esperienza al fine di trovare soluzioni adeguate sul piano normativo per ampliare la riconoscibilità di queste produzioni, obiettivo che per i vini dolci della Toscana potrebbe rientrare nel progetto regionale di “Valorizzazione e recupero delle produzioni tradizionali toscane elementi essenziali nella narrazione di secoli di esperienza”.
Dagli interventi è emerso la necessità di individuare nuovi mercati come l’Asia, dove i consumatori sono più inclini ai sapori dolci, così come percorrere strade diverse alla ricerca di nuove esperienze gustative. Donatella Cinelli Colombini ha invece proposto di collaborare per la commercializzazione di questi vini con caseifici o affinatori al fine di fare promozione insieme ai formaggi toscani, e ha evidenziato l’importanza di una comunicazione più efficace che punta a mettere in evidenza la rarità dei prodotti e un packaging più accattivante, importante nella promozione del prodotto al fine di creare valore tanto da farli diventare oggetti da collezione.