Protesta della filiera a Pescara dopo il -70% di uve raccolte
Milano, 27 ott. (askanews) – Gli attori della filiera vitivinicola abruzzese, che conta 15mila aziende e 32.500 ettari vitati, si sono riuniti ieri a Pescara per lanciare “un ultimo appello al mondo politico”, chiedendo risposte concrete di fronte al “catastrofico calo medio del 70% della produzione di uve”, a causa del maltempo e soprattutto della peronospora.
“Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative, la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo ad oggi non ha dato risposte chiare a sostegno del settore” protestano i rappresentanti del mondo del vino locale, dicendosi pronti “a scendere in piazza e a riconsegnare le tessere elettorali”. “Ad oggi – lamenta il settore – vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, considerando che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente considerare tutto l’indotto: in ambito regionale si parla di 5 milioni in due anni ed in quello nazionale di 7 milioni, dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie”.
Secondo le stime dei viticultori abruzzesi, la perdita acclarata è di circa di 2,7 milioni di quintali di uva, pari a circa due milioni di ettolitri di vino, che in termini di imbottigliato equivalgono a circa 260 milioni di pezzi. “Se dovessimo fare una stima del mancato reddito delle aziende possiamo indicare in circa 108 milioni di euro la perdita sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni circa sull’imbottigliato” continuano, aggiungendo che “una stima prudenziale induce a ritenere che la nostra filiera vitivinicola subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro”.
Tre i punti principali sui quali viene chiesto un intervento tempestivo: “sospensione del pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le garanzie bancarie come è stato fatto durante l’emergenza Covid; sospensione e/o riduzione dei contributi Inps, e azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere”. Nei primi due casi, la competenza spetterebbe al governo, mentre, nel terzo, il ruolo della Regione risulta fondamentale.
Una richiesta di provvedimenti di sostegno a livello nazionale per le imprese vitivinicole è stata avanzata anche da Assoenologi, Associazione Città del Vino, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, Copagri, Daq vino, Legacoop, Liberi Agricoltori e Movimento Turismo del Vino.