Viviamo in un mondo dove è difficile trovare propria strada
Roma, 21 ott. (askanews) – Un docufilm che racconta la vita professionale, ma anche la parte intima di Zucchero, con le fragilità e le debolezze di ogni uomo. “Era quello che volevo, quello che avevo chiesto ai produttori e registi fin dall’inizio: che non fosse un docufilm celebrativo e basta, ma che ci fosse una buona parte anche di Adelmo rispetto a Zucchero”. A raccontarlo in questa intervista ad askanews è Zucchero, per presentare – alla Festa del Cinema di Roma – il film documentario “Zucchero – Sugar Fornaciari” nelle sale cinematografiche il 23-24-25 ottobre.
“Devo dire che l’hanno fatto nel modo giusto, nel modo equilibrato, per cui non è soltanto la mia storia musicale, ma anche la mia parte privata – dice Zucchero – la mia storia personale trattata in modo delicato perché non è stato tutto rosa e fiori. Quello che mi ha fatto soffrire di più è stato lo sradicamento dall’Emilia alla Versilia, da mia nonna Diamante con cui avevo un rapporto straordinario, dagli amici”.
“Per chi è abituato a vedere un artista sul palco o in televisione – prosegue l’artista – non pensa che anche lui possa aver avuto delle tribolazioni comuni o delle fragilità comuni a tante persone. Spero che chi andrà a vedere questo docufilm mi conosca un po’ di più”.
“Rivedermi sul grande schermo? Mi ha emozionato”, prosegue. “Ho detto delle cose anche molto intime, a un certo punto mi sono emozionato anche io, perché ricordo esattamente quei momenti. Mi sono emozionato e mi sono detto: ‘Tutto sommato sono rimasto ancora genuino’”.
Nel docu-film si ripercorrono anche momenti più bui della vita di Zucchero, tra cui la depressione. Che messaggio può lasciare a chi vive questo problema? “Viviamo in un mondo dove, soprattutto per i giovani, è difficile trovare una propria strada – ammette l’artista emiliano – fanno difficoltà, si sentono un po’ persi, senza grandi stimoli. Spero che chi veda questo docu-film veda che se vuoi ottenere qualcosa devi credere in qualcosa, devi avere una grande costanza, una grande determinazione, dovuta anche dalle esigenze, però non puoi mollare o ritirarti e stare li a soffrire e a star male. Muoviti, move on”, è l’invito.
Dopo aver incantato oltre 1 milione di spettatori con il suo ultimo tour in Italia e in tutto il mondo e con i due straordinari concerti alla RCF Arena (Campovolo) di Reggio Emilia di fronte a 60 mila spettatori, Zucchero si prepara a tornare nel 2024 con tutta la sua energia e la sua straordinaria band negli stadi italiani con “Overdose D’Amore World Tour”.
“Partiremo fine marzo con tre concerti alla Royal Albert Hall, poi tutta la Scandinavia, i Festival europei, e poi torniamo negli stadi italiani: San Siro, Bologna e Messina, e ricontinuiamo la tournée, con dei break sotto Natale, fino a fine luglio del 2025, rifacendo il giro un’altra volta Europa Nord America e Sud America”, annuncia.
E a proposito della guerra in Medio Oriente, commenta: “Bisogna volerla la pace. Radere al suolo o cancellare Gaza dal mondo rischia di innescare, anzi innescherà, un casino di proporzioni giganti. Vedendo i fatti di oggi – conclude Zucchero – è una pentola a pressione, ma questo me lo avevano già detto quando ero stato in Israele, sotto Natale, i miei amici, che era una pentola a pressione che sarebbe esplosa prima o poi, perché forse non c’è la volontà ma per interessi che tutti si immaginano, non sono io a dirlo”.
Di Serena Sartini