Significa sviluppare asset fondamentali per futuro del Paese
Roma, 20 ott. (askanews) – “Il Cnr, grazie al piano di rilancio in corso e grazie al Pnrr e a tutti i progetti di ricerca fondamentale che abbiamo vinto in questo momento, ha la responsabilità di portarli avanti nel modo migliore possibile. Dico spesso che il Pnrr è uno strumento per la transizione all’economia della resilienza. Significa sviluppare capacità di calcolo, infrastrutture digitali per il monitoraggio ambientale, laboratori dove possiamo sviluppare i vaccini del futuro, significa sviluppare quegli asset che poi saranno fondamentali per il Paese del futuro. Adesso è il momento di dare, e quindi di mettere in pratica il Pnrr”. Lo ha detto la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza, a margine della presentazione dell’installazione multimediale e multisensoriale “La scienza si fa in cento” che ripercorre la storia e le sfide scientifiche del Consiglio nazionale delle ricerche con uno sguardo verso il futuro.
“Io scherzosamente dico che nei prossimi cento anni devono esserci solo presidenti donne – ha aggiunto Carrozza -. Questo significa che credo molto nella pari opportunità. Simbolicamente il fatto che io sia la prima presidente donna è anche un senso di rinnovamento e futuro. Ovvio che noi dobbiamo pensare al Cnr come una parte fondamentale del futuro nostro paese, e come il Cnr avrà un ruolo di leadership scientifica, leadership industriale, di progresso e di diplomazia scientifica”.
“Le mostre di questo genere che rappresentano la storia della scienza e la storia dell’intreccio fra il Cnr e il mondo universitario, l’industria e il Paese – ha spiegato in merito all’esposizione nella sede dell’Ente – sono mostre che avvicinano le persone e i cittadini a capire e a comprendere i fenomeni dell’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale, il patrimonio culturale, l’eredità culturale che stiamo vivendo, cosa significa fare delgli archivi on line. Ci sono tanti aspetti che coinvolgono i cittadini, che sono una parte essenziale del nostro futuro, prima di tutto perché apprezzino la scienza e si avvicinino alla scienza ma anche perché il cambiamento climatico e la transizione ecologica pretendono nella cittadinanza un cambiamento nei comportamenti, un cambiamento importante e se si è parte di questo cambiamento si può veramente fare la transizione ecologica. Altrimenti – ha concluso – sarà solo un proclama”.