“Senza finanziamenti adeguati a rischio futuro ricerca italiana”

Roma, 17 ott. (askanews) – “Quella del Cnr è una storia di grandi successi e nonostante questi grandi successi il Cnr, come tutto il comparto della ricerca, è sottofinanziato”. Lo ha detto Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei intervenendo al convegno, organizzato dai Lincei e dal Consiglio nazionale delle ricerche per celebrare il centenario del Cnr dal titolo “Cento anni di collaborazione per il progresso delle scienze” in corso a Roma a Palazzo Corsini.

“Una situazione disdicevole – ha proseguito il Nobel per la Fisica aprendo i lavori che proseguiranno anche domani – perché i finanziamenti diretti dello stato coprono gli stipendi e poco più e la quasi totalità delle ricerche vengono fatte con i fondi ottenuti mediante grant, cioè i fondi competitivi, italiani ed europei, e anche con contratti con amministrazioni pubbliche e privati. Il fatto che il Cnr riesca ad avere grossi fondi dalle ricerche competitive è un indice della grande ricchezza e capacità del Cnr, che dobbiamo celebrare perché, nonostante questa situazione, ha avuto dei successi straordinari, ma questo – ha sottolineato Parisi – rende difficile al Cnr avere una direzione strategica delle ricerche perché molto spesso è al traino di decisioni altrui, delle agenzie che danno i fondi. Quindi non c’è un adeguato finanziamento di base per le persone che non riescono ad aggiudicarsi i fondi esterni che spesso sono una lotteria perché oggi il numero dei partecipanti è molto alto”.

“Questa mancanza di fondi – ha proseguito il fisico – ha anche un riflesso diretto su un grande male che colpisce la ricerca italiana: l’incapacità di attirare, tranne rare e lodevoli eccezioni, ricercatori stranieri che a volte esitano a venire in un Paese, in un ente in cui non c’è una certezza, una garanzia di finanziamento. E questo, il fatto che noi abbiamo un’elevata emigrazione ad altissimo livello verso l’estero, è triste per tutta l’Italia ed è ancora più triste per un ente come il Cnr che è nato con una vocazione internazionale. L’Italia non è un paese per giovani e lo è ancor meno per giovani ricercatori. E allora è fondamentale che ci sia un rifinanziamento degli enti di ricerca e del Cnr in particolare, in modo da poter avere maggiori possibilità per i giovani. Le storie di successo del Cnr sono ancora di più sconvolgenti perché i risultati sono stati spesso ottenuti in una situazione di scarsità di fondi strutturali. Il messaggio da portare a casa non è tanto: grandissimi risultati, va tutto bene. Piuttosto: se abbiamo ottenuto tutto questo con finanziamenti scarsi per la ricerca, quali meraviglie saremmo in grado di ottenere con finanziamenti adeguati? Abbiamo necessità assoluta di avere finanziamenti adeguati, perché oggi – ha concluso Parisi – abbiamo una maggiore emorragia di giovani verso l’estero e questo mette in pericolo il futuro della ricerca italiana”.

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