Walesa a Rzeczpospolita: Kaczynski non vorrà rinunciare al potere

Milano, 16 ott. (askanews) – Per i risultati finali delle elezioni in Polonia bisognerà attendere almeno domani, anche alla luce delle passate sorprese nella vicina Slovacchia dove i risultati degli exit poll davano alle forze europeiste la vittoria, andata alla fine al partito euroscettico di Robert Fico che oggi a Bratislava forma il governo. Ma un fatto è indiscutibile nel voto polacco di ieri: la popolazione ha affollato i seggi con un’affluenza record (72,46%) dai tempi delle prime elezioni democratiche libere in questo Paese dell’ex blocco comunista. Segnale di un desiderio di cambiamento tra gli elettori o di un timore di esso, comunque riconoscendo che queste sono state effettivamente le elezioni più importanti dal 1989 e non sono state soggette a un’eccessiva polarizzazione dell’elettorato. Piuttosto da una significativa partecipazione delle donne che hanno votato in numero maggiore rispetto agli uomini, secondo gli exit poll, abbandonando la destra antiabortista, in base a diverse analisi.

Sull’esito il pensiero di molti è stato manifestato apertamente da una figura riconoscibile come Lech Walesa che a Rzeczpospolita ha dichiarato: “non finirà così e i risultati ufficiali saranno completamente diversi. (Jaroslaw) Kaczynski ha sicuramente escogitato qualcosa, ha sicuramente preparato qualcosa, non vorrà e non potrà rinunciare al potere”. Il leader storico del sindacato indipendente Solidarnosc (1980-90), cattolico e antiabortista, presidente della Polonia dal 1990 al 1995, non nasconde il quesito che si pongono in molti: Kaczynski cederà il potere?

Per ora i risultati parziali dicono che Diritto e Giustizia (PiS) presieduto da Kaczynski non ha i numeri per formare un governo da solo e le lusinghe al Partito popolare polacco (Psl), parte dell’alleanza Terza Via, sono state rispedite al mittente direttamente dal presidente del partito Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, oggi. Dopo aver contato oltre 8 milioni di voti (oltre il 45%), il PiS è in testa con il 38,73%, con più 10 punti percentuale rispetto agli altri.

Dall’altra parte, sul fronte europeista e democratico, c’è l’entusiasmo di Donald Tusk che ieri sera non ha nascosto: “non sono mai stato così felice in vita mia”, ha detto a caldo. La sua Coalizione Civica con il 27,46% (in base ai dati parziali) con Terza Via (14,37%) e Nuova Sinistra (8,14%) andrà a formare il nuovo esecutivo, sostiene l’ex presidente del Consiglio europeo ed ex premier. E Tusk vince soprattutto a Varsavia contro l’intera lista PiS: dopo oltre mezzo milione di voti scrutinati nel distretto numero 19, da solo ottiene più consensi dei 39 candidati della lista PiS messi insieme.

Ma l’unica certezza vera da queste elezioni è che la destra di Confederazione non sfonda e raccoglie per ora solo il 7,35%. “Doveva esserci festa, bevute al bar e festeggiamenti gioiosi fino al mattino” scrive Onet, il principale portale di notizie polacco. “Non è un caso che la serata della Confederazione sia stata organizzata in un locale alla moda di Varsavia, con bar ben fornito. Tuttavia, il supporto si è rivelato molto al di sotto delle aspettative” aggiunge, tratteggiando uno “stato d’animo piuttosto triste”. A destra la sconfitta brucia e non si conoscono ancora i risultati finali, ma tutto indica che più della metà degli elettori ha votato per i partiti democratici dell’opposizione e anche il sostegno a Confederazione è una voce di protesta contro il PiS.

C’è poi la questione dei referendum falliti. Gli elettori erano chiamati a votare non solo per rieleggere le due camere del Parlamento, ma anche per un quesito relativo all’immigrazione: soltanto il 40% (a dispetto di un’affluenza di oltre il 72%) ha deciso di pronunciarsi: “un gesto consapevole da parte dei cittadini quello di non prendere parte allo spettacolo politico organizzato dal PiS” scrive oggi Rzeczpospolita. Quasi un elettore su due si è rifiutato di partecipare alla consultazione popolare, dove c’erano quattro quesiti, uno sulle proprietà statali, uno sull’età pensionabile, mentre gli ultimi due (testuali) erano i seguenti: “Sei favorevole all’eliminazione della barriera al confine tra la Repubblica di Polonia e la Repubblica di Bielorussia? Sei favorevole all’accettazione di migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa nell’ambito del meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea?”

(di Cristina Giuliano)

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