Chiarlo: sfida sarà impiantare nuovi vigneti adeguati al nuovo clima

Milano, 13 ott. (askanews) – “L’annata 2023 non ci ha fatto mancare nulla: un inverno mite con scarse precipitazioni, seguito da una primavera altrettanto siccitosa che ha lasciato poi il posto alle provvidenziali piogge di giugno che hanno dato respiro in vista di un luglio e agosto estremamente caldi e asciutti. Il timore di trovarci di fronte ad un’annata potenzialmente problematica c’è stato ma siamo stati poi rassicurati dalle importanti piogge di fine agosto che hanno riportato l’equilibrio che ci auspicavamo e che sono state essenziali per una buona maturazione delle nostre uve”. Lo afferma il presidente dell’Associazione produttori del Nizza Monferrato, Stefano Chiarlo, che traccia un punto sull’annata a pochi giorni dalla fine della vendemmia.

Dunque anche nei 18 Comuni dell’Astigiano dove si produce la Barbera che dà vita al Nizza Docg, la raccolta di quest’anno è stata impegnativa e contenuta dal punto di vista quantitativo “ma si farà ricordare come un’annata molto interessante per qualità e per vini capaci di portare nel bicchiere l’identità del territorio oltre che un’acidità e dei profumi sorprendenti”.

L’annata è stata caratterizzata in particolare dalla siccità che ha messo a dura prova i vigneti del Nizza che hanno tuttavia “saputo reagire bene dimostrando per il secondo anno consecutivo una grande capacità di resilienza alla restrizione idrica”. In tal senso si è dimostrata vincente la scelta dei produttori dell’Associazione di adeguare il disciplinare in materia di esposizioni dei vigneti al fine di affrontare meglio le conseguenze del cambiamento climatico.

“Dal 2000 in poi il clima è sempre più contrassegnato da annate calde con estati lunghe, che si alternano ad annate con caratteristiche stagionali nella norma” ricorda Chiarlo, spiegando che “questo ci ha fatto pensare già da alcuni anni che fosse utile considerare nel nostro Disciplinare anche quei vigneti che possono mantenere un po’ più di acidità e freschezza, condizione tipica della zona di produzione verso i versanti Est e Ovest”.

“La sfida futura per i nostri produttori sarà quella di impiantare nuovi vigneti che presentino caratteristiche capaci di affrontare le sfide odierne” prosegue il presidente nonché noto produttore a Calamandrana, aggiugendo “penso all’utilizzo di portainnesti ancora più adeguati a questo tipo di clima, a forme di allevamento alternative e ad altre scelte agronomiche capaci di offrire delle valide risposte a una situazione climatica che ormai non è più un timore ma un fatto oggettivo. Sicuramente sarà determinante il supporto delle istituzioni regionali – conclude – al fine di permettere ai produttori di apportare tutte le necessarie innovazioni anche tecnologiche per far fronte all’emergenza idrica di questi anni”.

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