Farmacie “vuote” e strade buie, racconta un’italiana all’estero
Milano, 25 gen. (askanews) – ‘L’atmosfera è sospesa, l’aria è rarefatta, sembra sempre che debba accadere qualcosa, ma non sempre obbligatoriamente qualcosa di bello: ecco, è inquietante. Il mare stupendo e L’Avana decadente, ma bellissima’. Eppure chi ci capita grazie a un viaggio racconta Cuba come un Paese allo sbando, a cavallo tra due epoche: il dopo Fidel e il futuro incerto. ‘Hanno ancora il libretto per l’approvvigionamento mensile, come in uno Stato di fatto socialista’, ma c’è ‘un inizio diciamo di libera impresa, che loro chiamano privatizzazione, non è organizzata, non è regolata dallo Stato’.
A raccontarlo ad askanews una libera professionista e italiana all’estero da una vita: Paola – useremo un nome di fantasia, poiché ci chiede l’anonimato – a Cuba non è rimasta per molto, ma è stato sufficiente per farsi un’idea della situazione sotto certi aspetti drammatica, a una decade da una svolta storica. E nel momento in cui nel suo primo giorno in carica alla casa Bianca, Donald Trump ha ripristinato la designazione di Cuba come Stato sponsor del terrorismo, annullando un ordine esecutivo emesso dall’ex presidente Joe Biden solo la settimana scorsa sullo sfondo di un accordo mediato dal Vaticano per liberare i prigionieri politici a Cuba.
‘Dieci anni fa, il presidente (Usa) Barack Obama stupì il mondo ripristinando le relazioni diplomatiche con Cuba, ponendo fine a più di 50 anni di allontanamento durante la Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e il Paese con il quale un tempo erano stati sull’orlo di una guerra nucleare’ scriveva il New York Times a fine dicembre. ‘Per due anni e mezzo, Cuba è stata attraversata da un’ondata straordinaria di investimenti e turismo, alimentata da accordi firmati da importanti aziende americane come Google, AT&T e la Major League Baseball. Ma un’implosione finanziaria causata da una serie di fattori (l’inasprimento della politica statunitense da parte della prima amministrazione Trump, la cattiva gestione dell’economia da parte di Cuba, gli effetti devastanti della pandemia di Covid-19) ha tenuto lontani i visitatori e ha dato il via a un esodo migratorio di proporzioni epiche’, aggiungeva il quotidiano statunitense.
Il turismo, un tempo linfa vitale dell’economia cubana, è crollato, con un calo di quasi il 50 percento dal 2017, e le nuove normative Usa sui visti hanno reso più difficile viaggiare nel Paese anche per gli europei, annotava sempre il NYT il 27 dicembre. Le condizioni delle strade, della sicurezza e la possibilità di soccorsi in caso di eventi infausti sono in una situazione generalizzata, che si è mostrata chiaramente nell’incidente stradale che ha coinvolto un gruppo di turisti italiani la scorsa settimana ad Aguada de Pasajeros. Incidente nel quale è morta peraltro un’italiana, guida e operatrice turistica espertissima.
Il quadro che si apre a chi arriva ora a Cuba, nelle parole della nostra testimone, è davvero desolante. Paola racconta: la sanità per molti versi è incapace di fornire servizi, a meno che non ci si trovi in pericolo di vita. Nella società dove manca tutto, dal cibo alla benzina, ‘una Lada’ sovietica ‘è considerata un’auto di gran lusso’, ci dice. ‘Le farmacie sono vuote, completamente vuote, non hanno nessun tipo di medicinale, gli ospedali sono al crack completo; i medici sono veri maghi, come d’altra parte lo sono i meccanici che riescono a far sopravvivere le automobili per 40 anni’.
La miseria è lampante anche quando si va dal medico ‘bisogna portarsi tutto il necessario, quindi bendaggi, flebo, antibiotici, siringhe che bisogna trovare per conto proprio’, racconta l’italiana. ‘Le strade sono piene di buche e in città le macchine per evitarle vanno a zig zag, nel buio a fronte di un misero approvvigionamento di elettricità. All’Havana cercano di non tagliare l’energia ma comunque c’è poca illuminazione e le automobili sono un grosso pericolo perché non vedono le biciclette che girano senza luci, non vedono i pedoni, non vedono un animale che attraversa la strada. Quando poi si è nelle strade fuori città queste buche possono essere all’origine di importanti incidenti: ci sono i carretti con i cavalli che non sono illuminati, c’è l’attraversamento di animali, mucche, cavalli, altri animali: gli incidenti accadono costantemente’, dice Paola.
La criminalità in aumento rende anche poco sicuro il cambio dai dollari ai pesos sull’Isola. ‘Ci sono tre monete in circolazione: il dollaro, l’euro e il peso cubano’ racconta Paola. ‘Quando vieni a Cuba devi portarti qualcosa, se non sei con un viaggio organizzato. Ma anche se sei con un viaggio organizzato e vuoi avere dei soldi per delle spese extra’ dice. Il rischio tuttavia è alto. L’approvvigionamento mensile garantito non è infatti sufficiente a sfamare una persona o una famiglia. ‘Il resto può essere acquistato al mercato in pesos, pagando poco, in quelli che sono i supermercati pubblici, mentre altri beni di consumo come lo shampoo, il sapone, si trovano nei supermercati in valuta straniera, ai quali adesso i cubani hanno accesso, ma dove questi prodotti sono estremamente cari. Per il resto c’è un mercato parallelo, un mercato nero, che di fatto è conosciuto da tutti, e al quale si accede con un’app e si paga solo e unicamente in moneta straniera, per lo più in dollari’. L’app si chiama Revolico. Recita Google Play: ‘Cerca e trova qualsiasi prodotto o servizio di cui hai bisogno a Cuba. Elettronica, computer, le case, le automobili, posti di lavoro, affitto, vestiti, cibo, e altro ancora’. La parola Revolico vuol dire ‘scompiglio’ e non è un caso.
Il New York Times lo descriveva come un ‘bazar online’ già nel 2010 e spiegava così cosa ci si trova: ‘C’è quello che vende il suo posto in fila per i visti all’ambasciata spagnola a qualcuno che sta cercando di lasciare l’isola. O i matrimoni combinati che vengono offerti per aiutare i cubani a trovare un modo per raggiungere un altro paese. Oppure tutte le auto d’epoca, come una Dodge del 1950, una Chevy del 1956 o una Buick del 1954, tutte ancora funzionanti dopo essere state assemblate con pezzi di fortuna per più di mezzo secolo’.
A fronte della grande fame di denaro descritta da Paola, ci sono i bancomat che spesso non funzionano e gli uffici di cambio in banca che danno ‘120 pesos per un’euro, contro i 340 che può offrire il cambio nero, con tutti i rischi del caso’: truffa, rapina, furto. Qualcuno che viaggia fuori dai pacchetti organizzati si affida per il cambio anche al proprietario della Casa Particular, dove alloggia. ‘Puoi anche pagare qualcuno, facendo un bonifico sul conto in euro, a uno dei suoi figli o parenti che sono riusciti ad andare all’estero, in particolare quelli che si trovano in Europa. Hanno bisogno della moneta straniera. Sicuramente per poter comprare sull’app Revolico quello che può essere necessario a Cuba, ma anche per far partire e mantenere i figli fuori da Cuba. Chiaramente chi può aiuta i figli a lasciare l’isola, e chi riesce ad entrare in Europa, per esempio con dei visti di studio, oppure con la nazionalità spagnola acquisita grazie ai discendenti, lo fa’.
La vacanza e il viaggio organizzato sicuramente sono ancora possibili sull’isola, afferma Paola, ma è importante essere in gruppo, prestare grande attenzione e prudenza e sapere che ‘le persone non sono più le stesse: manca da mangiare, non c’è futuro e quindi la delinquenza e la criminalità si diffondono. Prima c’era la polizia e i percorsi obbligatori per turisti, tipici dei paesi socialisti; ora è un paese nel caos e allo sbando e la polizia nelle strade c’è poco o niente. Da soli è sempre meglio, non circolare, né di giorno e tanto meno di notte’.
Infine uno dei luoghi comuni più noti sull’atmosfera a Cuba ha perso la sua allegria: ‘Non c’è tutta questa salsa cubana in giro di cui tutti parlano, c’è una salsa turistica, triste’, quindi una ‘salsa di dollari’ per far divertire il turista, ci sono tanti posti dove si va a ballare, indubbiamente, ma non sono all’aperto. Ci sono posti che conoscono i locali, e si continua a ballare, ma non c’è rumore e allegria, ci sono persone veramente allo stremo delle forze. E queste case monumentali, con le scale di marmo, trasformate in favelas, sono la rappresentazione più chiara di questo tipo di povertà e di decadenza. Esiste da tanti anni, lo sappiamo, ma adesso lo è come non mai’.
(di Cristina Giuliano)