Canali sicuri per gli arrivi. Troppi morti nel Mediterraneo

Città del Vaticano, 20 gen. (askanews) – In tema di politiche migratorie “è evidente la necessità di non indebolire la cultura dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, offrendo regole di diritti e doveri sicuri, flussi e canali che permettano l’ingresso dei necessari lavoratori, che non sono mai solo braccia, ma persone che richiedono politiche lungimiranti di integrazione”. Lo ha affermato oggi il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Matteo Zuppi che ha aperto a Roma i lavori del Consiglio permanente della Cei. Sul fronte dell’immigrazione, nonostante la riduzione degli sbarchi che secondo dati recenti, nel 2024 sono diminuiti del 58% in meno rispetto all’anno precedente “rimane elevato il numero di vittime di naufragio (circa 1.700 morti in mare, 1 ogni 40 arrivi, superiore ai morti nella rotta del Mediterraneo occidentale che è di 1 ogni 36)”.

Il porporato ha, quindi citato esperienze virtuose come quella dei corridoi umanitari e lavorativi che, ha detto, “è da valorizzare perché garantisce dignità e sicurezza a chi fugge da situazioni drammatiche”.

“Le Diocesi italiane, con il loro impegno, – ha qiindi concluso Zuppi – sono un faro di accoglienza per oltre 146.000 persone di origine straniera. Accanto ai corridoi umanitari, lavorativi e universitari sono un esempio concreto di come sia possibile conciliare il diritto a migrare con l’integrazione e lo sviluppo locale”.

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