Amm. Vandier: “fornire una sorveglianza persistente 24 ore su 24″

Bruxelles, 17 gen. (askanews) – L’operazione Nato Baltic Sentry, “in molti modi illustrerà le sfide rappresentate dalla difesa delle infrastrutture nazionali critiche” dei Paesi Nato. Così il generale Christopher Cavoli, ha risposto in conferenza stampa ieri a Bruxelles a una domanda di askanews, a conclusione della due giorni di riunione del Comitato Militare Nato e nella settimana iniziata con l’annuncio dell’operazione di deterrenza, al Baltic Sea Allies Summit. Senza nascondere la complessità dell’operazione nel rispetto di tutte le autorità competenti, per proteggere i cavi sottomarini nella regione. Il tutto dopo quanto accaduto nel mar Baltico il giorno di Natale quando una petroliera fantasma del Cremlino avrebbe danneggiato, trascinando la sua ancora sul fondale, le trasmissioni sottomarine tra Finlandia ed Estonia, entrambi Paesi Nato e Ue.

Ma l’Alleanza, secondo la sua natura difensiva e in base ai valori della democrazia, agisce nel rispetto di tutte le competenze e autorità. La Baltic Sentry, ovvero sentinella baltica, è stata lanciata dalla Nato proprio sotto l’autorità del comandante supremo alleato della NATO (SACEUR), generale Cavoli, che spiega: “Come sapete, ci sono complicazioni di giurisdizione quando parliamo di infrastrutture nazionali. Alcune sono nazionali, alcune sono commerciali, alcune sono in acque nazionali, alcune sono in acque internazionali. Quindi c’è un complicato mix di autorità che appartengono ai Ministeri degli Interni, Guardie costiere, Polizia, organizzazioni internazionali, organizzazioni commerciali, e in ogni caso lavoriamo molto attentamente con l’autorità competente per condividere informazioni e per dare una comprensione di ciò che sta accadendo sul mare e nel mare. E questa è la funzione principale che stiamo svolgendo là”.

Sempre nel contesto della risposta durante la conferenza stampa, il Supreme Allied Commander Transformation, ammiraglio Pierre Vandier, ha precisato gli elementi di novità, compreso l’uso di droni, ma anche gli elementi già consolidati. “L’idea è di replicare ciò che è stato appreso da uno dei nostri principali partner, che sono gli Stati Uniti, in un’operazione NATO. E quindi l’Allied Command Transformation porterà alcuni nuovi veicoli alla velocità della luce, mi aspetto in meno di qualche settimana” per “fornire una sorveglianza persistente 24 ore su 24, 7 giorni su 7 delle aree critiche”. Secondo Vandier “otto paesi del Baltico daranno alla NATO i loro droni, e noi metteremo in un’unica rete tutte le immagini, tutti i video, l’immagine IAS o l’immagine radar, e poi la diffonderemo a tutte le parti interessate”, offrendo anche “informazioni forensi più rapide e suggerimenti più rapidi per l’azione per le molteplici parti interessate, che siano l’industria o la Guardia costiera o la polizia nazionale o altro”.

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