Il presidente sospeso resta in stato di fermo

Roma, 17 gen. (askanews) – Il presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol, in stato di fermo da due giorni, ha nuovamente rifiutato oggi di presentarsi per l’interrogatorio sul suo tentativo fallito di imporre la legge marziale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.

L’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello (CIO) gli aveva ordinato di presentarsi per ulteriori interrogatori stamani, dopo che non si è presentato ieri, adducendo motivi di salute.

“Il presidente non si presenterà oggi al CIO”, ha dichiarato Seok Dong-hyeon, avvocato di Yoon. “Ha dichiarato a fondo la sua posizione di base durante il primo interrogatorio del CIO e non vede alcuna ragione o necessità di rispondere a un ulteriore interrogatorio”.

Yoon si trova in un centro di detenzione da mercoledì sera, dopo che gli investigatori lo hanno arrestato nella sua residenza e portato nell’ufficio del CIO a Gwacheon, appena a sud di Seoul, per sottoporlo a oltre 10 ore di interrogatorio.

I legali del presidente sospeso hanno presentato una richiesta al Tribunale distrettuale centrale di Seoul per rivedere la legalità della sua detenzione, ma la corte ha respinto il ricorso giovedì sera, mantenendolo in custodia.

Il CIO sta preparando un mandato per arrestare formalmente Yoon, prima che scada stasera il termine del fermo preventivo di 48 ore.

Yoon è indagato per insurrezione in merito alla proclamazione della legge marziale del 3 dicembre scorso, che fu revocata dopo sei ore dall’Assemblea nazionale assediata dai militari. Parallelamente, il presidente è sottoposto a procedura d’impeachment: dopo il voto di destituzione arrivato dal parlamento, è in corso una processo di conferma dell’impeachment presso la Corte costituzionale.

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