A dicembre discussa ipotesi di -50 pb a tassi, poi unanimi su -25 pb
Roma, 16 gen. (askanews) – I partecipanti del Consiglio direttivo della Banca centrale europea sono “sempre più fiduciosi che l’inflazione tornerà al livello obiettivo nella prima metà del 2025, prima di quanto fosse precedentemente previsto”. Lo si legge nei verbali della riunione che si è svolta l’11 e 12 dicembre, l’ultima del 2024, in cui la Bce ha nuovamente tagliato i tassi di riferimento dell’area euro per 0,25 punti percentuali.
Il documento è stato pubblicato oggi e mostra che sebbene la decisione sul taglio dei tassi sia stata presa all’unanimità, alcuni avevano proposto un taglio più consistente, pari a 50 punti base, ipotesi che è stata oggetto di estese discussioni e approfondimenti.
In sintesi, alla Bce i rischi di inflazione vengono ora giudicati in calo mentre sono aumentati quelli sulla crescita economica. Ma non al punto tale da giustificare una mossa così aggressiva sulla riduzione del freno monetario.
Sul ritorno dell’inflazione al livello obiettivo “il lavoro non è ancora del tutto completato”, recitano i verbali. “È chiaro che il Consiglio di direttivo non deve abbassare la guardia nella fase finale di disinflazione, in particolare mentre alcune ipotesi delle previsioni devono ancora essere corroborate dai dati concreti”.
Perché se per la crescita economica il bilancio dei rischi è orientato verso il rallentamento, per l’inflazione permangono ancora dei rischi al rialzo, sebbene in riduzione. Per questo, oltre al taglio dei tassi da 25 punti base i banchieri centrali dell’eurozona anche hanno anche concordato la necessità di ribadire che le future decisioni verranno prese in base agli sviluppi dei dati, elemento che solitamente indicano con la volontà di “non vincolarsi a un percorso particolare”.