Negli ultimi 30 anni danni in Europa per oltre 170 mld

Roma, 15 gen. (askanews) – Negli ultimi 30 anni le inondazioni, in Europa, hanno provocato quasi 3.000 vittime e danni economici per oltre 170 miliardi di euro. In Emilia-Romagna, nel maggio 2023, si sono sfiorati i 9 miliardi di euro. La messa in sicurezza del territorio è fondamentale e si studiano soluzioni sempre più all’avanguardia. Si va dalle barriere elettroniche fino ai sacchi antiallagamento e ai deviatori di acqua.

Strade come fiumi, case allagate e auto trascinate in mare. Dalla Sicilia all’Emilia si contano i danni ad abitazioni, uffici, garage, capannoni, attività imprenditoriali. Catastrofi che potrebbero ripetersi anche perché il 93,9% dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni o erosione costiera. Secondo il Rapporto sul Dissesto idrogeologico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, infatti, sono 1,3 milioni gli abitanti a rischio frane e 6,8 milioni quelli a rischio alluvioni. Ma non solo: negli ultimi 30 anni le inondazioni, in Europa, hanno provocato quasi 3.000 vittime e danni economici per oltre 170 miliardi di euro. In Emilia-Romagna, nel maggio 2023, si sono sfiorati i 9 miliardi di euro. “Il riscaldamento globale ha portato cambiamenti climatici con eventi metereologici sempre più estremi. Le recenti catastrofi ne sono una dolorosa evidenza. La messa in sicurezza del territorio è fondamentale, ma nell’attesa che ciò si realizzi, non resta che utilizzare le tecnologie attualmente disponibili per minimizzare e, per quanto possibile, azzerare i danni che queste alluvioni possono causare” spiega Laura Caforio, Spill Expert di Serpac società specializza anche in assorbitori tecnici e prodotti per il contenimento di liquidi.

La tecnologia, proprio per questo, si sta concentrando per trovare soluzioni sempre più performanti. Parliamo di innovazioni complesse che richiedono interventi strutturali oppure molto più semplici, meno costose e, forse, di più facile utilizzo. La startup olandese Hyflo, ad esempio, ha sviluppato un sistema anti alluvione che funziona in modo completamente autonomo, senza necessità di energia elettrica. Il cuore del sistema è una barriera che si alza quando l’acqua inizia a riempire un bacino appositamente costruito. Oppure dei sistemi di barriere anti-esondazione nei quale ogni modulo è progettato per incastro, con guarnizioni integrate che assicurano una tenuta stagna contro l’avanzata delle acque. Senza dimenticare le paratie antiallagamento automatiche. In questo caso un sensore rivela l’innalzamento dell’acqua che attiva il meccanismo di gonfiaggio. Quando non servono, restano nascoste sotto al terreno. Tutte soluzioni che richiedono degli interventi strutturali. Ce ne sono altre, invece, molto più semplici e con una resa altrettanto efficace. “Attualmente – prosegue la Caforio – i rimedi più conosciuti e utilizzati in caso di alluvioni e allagamenti sono proprio le barriere fisse oppure i sacchi di sabbia. Una barriera fissa però non rappresenta sempre la scelta migliore, perché una volta installata, non può essere facilmente rimossa e può risultare inefficace in situazioni dove le condizioni cambiano rapidamente. L’utilizzo di sacchi di sabbia, di contro, è laborioso e comporta un costo elevato soprattutto in termini di risorse umane, perché i sacchi devono essere riempiti e sono pesanti da spostare”.

È quindi evidente come i sacchi di sabbia non siano adatti come intervento tempestivo, proprio per il notevole impegno in termini di tempo e manodopera che richiedono. “Sul mercato esistono soluzioni molto più efficienti – suggerisce la Caforio – come ad esempio i sacchi antiallagamento che si gonfiano a contatto con l’acqua, trasformandosi in una barriera lunga ad alta copertura e alto assorbimento. Leggeri, compatti e facili da maneggiare prima dell’attivazione, hanno l’esterno in polipropilene, mentre all’interno hanno dei polimeri super assorbenti (SAP), detti anche idroritentori, la cui caratteristica principale è quella di poter assorbire grandi quantità di acqua o soluzioni acquose, fino a centinaia di volte il loro peso”.

L’utilizzo di sacchi antiallagamento di questo genere rappresenta una soluzione tecnologica avanzata ed efficiente per creare velocemente una barriera salda in caso di allagamento, che non è invasiva né ingombrante. “Questi sacchi infatti, quando non attivati – chiarisce la Caforio – sono piatti, leggeri e compatti e possono essere maneggiati e posizionati da una sola persona. Inoltre, sono facilmente trasportabili, a differenza dei sacchi di sabbia che sono pesanti”. Gli allagamenti, però, possono verificarsi anche nel caso di perdite dal soffitto causate da piogge intense o problemi strutturali di un edificio. “Anche in questo caso esistono tecnologie e soluzioni che possono aiutare cittadini e imprenditori. Penso, ad esempio, ai ‘deviatori di perdite’, un sistema di primo intervento per proteggere non solo le persone, ma anche macchinari e pavimenti da eventuali gocciolamenti. I deviatori esistono in diversi formati e sono utili per gestire sia perdite provenienti da tetti, sia per quelle che fuoriescono da tubazioni. Quelle per i tetti, ad esempio, esistono in diverse misure, hanno una forma a ‘ombrello rovesciato’ con un telo di raccolta ignifugo che fa confluire i liquidi in un tubo collegabile a uno scarico a terra o a un contenitore di raccolta. Il maltempo – conclude la Spill Expert di Serpac – possiamo in parte prevederlo, ma quello che possiamo fare con certezza è sicuramente prepararci al meglio e investire in soluzioni preventive”.

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