La prefazione del Pontefice nel volume del custode di Terra Santa

Roma, 10 gen. (askanews) – TS edizioni pubblica, anche in formato e-book, “Come un pellegrinaggio. I miei giorni in Terra Santa”, del Custode francescano di Terra Santa, padre Francesco Patton, scritto con il giornalista dell’Osservatore Romano Roberto Cetera.

Il libro ha la prefazione di papa Francesco che sottolinea: “In questi frangenti drammatici padre Francesco ha saputo mantenere diritta la barra della barca affidatagli e moltiplicare piuttosto gli sforzi di vicinanza ai popoli colpiti da queste tragedie. Ho davanti agli occhi l’iniziativa più bella che, insieme al suo vicario, padre Ibrahim Faltas, è stata realizzata in questi mesi di atroce guerra a Gaza: il trasferimento in Italia di 150 bambini feriti e ammalati”.

Il 2 giugno 2016, un aereo scendeva dalle nuvole verso Tel Aviv. A bordo, il nuovo Custode di Terra Santa, fresco di nomina a superiore dei frati minori francescani che da otto secoli custodiscono i Luoghi Santi. Fino a poche settimane prima, l’idea di trasferirsi a Gerusalemme non rientrava neanche tra le immaginazioni più ardite di fra Francesco. La scelta aveva stupito persino lui. Tuttavia, sentiva che anche questa volta il Signore non gli avrebbe fatto mancare il suo aiuto.

Il libro ha una introduzione firmata da fra Massimo Fusarelli, Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori, che scrive: “Primo elemento del racconto è proprio quello della sorpresa, qualcosa che accade e cambia la vita senza che si sia pianificato. La vita non è un insieme di copioni da eseguire, ma – direbbe qualcuno – uno spartito da interpretare. Ecco allora che la narrazione prosegue e fra Francesco sembra farci vedere come, entrando in questo luogo particolare, abbia imparato a starci, ad ascoltare, a incontrare gli altri, molto diversi tra loro. Tra aneddoti e stralci di visite ufficiali e di incontri, con quadretti di vita vissuta e foto più formali, possiamo conoscere qualcosa degli otto anni di presenza e di servizio in Terra Santa. Un luogo unico, per questo permette una narrazione originale. Dove non solo le pietre sono ricordate, ma i sentimenti, spesso opposti, le azioni particolari, le attese e le speranze, senza escludere le delusioni e le fatiche”.

Il francescano fra Patton ha intrapreso una missione che ha cambiato radicalmente il corso dei suoi giorni e che merita di essere raccontata, poiché aiuta a conoscere dettagli della vita in quella terra che spesso rimangono nascosti. Perché la Terra Santa non si può mai dire di conoscerla abbastanza. E perché il cammino lungo quelle pietre rimane una delle esperienze spirituali più potenti che un cristiano possa compiere.

Rispondendo a una domanda di Roberto Cetera, inviato in Medio Oriente per l’Osservatore Romano, il Custode racconta: “Ho visto la distruzione, il dolore, la sofferenza, la fame. Soprattutto ho visto quanta distanza ci sia tra la fotografia, la narrazione, e la realtà della guerra toccata con mano. Ho attraversato strade piene di voragini causate dalle bombe, sono entrato in edifici semidistrutti, e ho incontrato gente che in quelle macerie cerca ancora di resistere e vivere. E poi ho visto quell’altra distruzione che è data dallo spostamento forzoso di intere popolazioni”.

“Il 2025 sarà certamente impegnativo – afferma padre Patton al termine di un ricco scambio di considerazioni -: anzitutto spero che sia un vero ‘anno santo’, sia cioè un anno di riconciliazione e di pace, un anno di liberazione dei prigionieri e di ritorno a casa di ostaggi, rifugiati e deportati”.

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