Sicurezza presidenziale potrebbe di nuovo opporsi
Roma, 8 gen. (askanews) – Lo scontro tra i procuratori dell’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto rango (CIO) e il Servizio di sicurezza presidenziale (PSS) sudcoreano per un eventuale arresto del presidente sottoposto a impeachment Yoon Suk-yeol potrebbe ripetersi, anche con il rischio che si trasformi in qualcosa di violento.
Yoon – sottoposto a impeachment da parte dell’Assemblea nazionale e in attesa di sentenza che confermi o neghi la destituzione da parte della Corte costituzionale – è anche sottoposto a mandato di cattura da parte del CIO in base alle ipotesi di reato di insurrezione e abuso di potere per l’imposizione il 3 gennaio della legge marziale, che ha poi dovuto revocare dopo sei ore in base a voto parlamentare.
Il CIO – un’agenzia creata ad hoc nel 2020 dal precedente presidente Moon Jae-in per combattere la corruzione politica – ha già tentato d’effettuare l’arresto di Yoon nello scorso fine settimana. Un’ottatina di procuratori e funzionari di polizia si sono presentati alla residenza di Yoon, protetta dal PSS, per arrestare il presidente. Ma il PSS, forte di circa 200 uomini, ha contestato la validità del mandato e ha impedito l’arresto. Ci sono stati momenti di tensione, ma alla fine il CIO ha rinunciato ad arrestare al momento il presidente, le cui funzioni sono sospese fino alla decisione della Corte costituzionale.
Il mandato scadeva lunedì. Tuttavia il CIO s’è assicurato una proroga del mandato e ha chiarito che tornerà alla carica, questa volta in forze, per eseguire il mandato di arresto di Yoon.
Il presidente sudcoreano – il cui entourage ha smentito che fosse fuggito durante il tentativo di arresto – ha promesso di combattere fino alla fine contro l’ipotesi dell’arresto. Questo mentre nel paese, a leggere i sondaggi, due terzi dei sudcoreani sono favorevoli alla sua destituzione e al suo arresto.
Yun Gap-keun, uno dei rappresentanti legali di Yoon, ha chiarito oggi – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap – che il presidente sospeso è disposto a ottemperare al mandato solo se verrà messa in campo una procedura corretta. “E’ chiaro che, se l’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto rango presenta (il mandato) al Tribunale distrettuale occidentale di Seoul, che è al di fuori della giurisdizione competente, non possiamo accettarlo” ha dichiarato Yun, sottolineando che la giurisdizione sulle accuse contro Yoon spetta al Tribunale distrettuale centrale di Seoul.
Inoltre, l’avvocato ha sottolineato che il team legale di Yoon continua a rifiutarsi di collaborare con un’indagine basata su quello che ha definito un mandato “non valido” per trattenere il presidente destituito. Questo perché la proroga del mandato di arresto del CIO è stato confermato dal Tribunale distrettuale occidentale di Seoul.
Dopo il rischio di incidenti di venerdì scorso, in Corea del Sud è partito anche un dibattito sul ruolo del PSS, un corpo che fu creato decenni fa, quando c’era il concreto rischio che la Corea del Nord tentasse di assassinare i presidenti sudcoreani. Si tratta di un corpo d’élite, che negli ultimi anni era stato normalizzato, ma che durante la presidenza di Yoon ha fatto di nuovo parlare di sé e qualcuno ha puntato il dito affermando che si è trasformato in una milizia personale.
I media sudcoreani hanno osservato movimenti nelle ultime ore per installare filo spinato all’interno della residenza presidenziale. Inoltre, la rete pubblica KBS ha riferito che diversi autobus sono stati posizionati all’ingresso della residenza, affermando che “la residenza presidenziale è stata, di fatto, trasformata in una fortezza”.