Sotto la sua guida la Suzuki ha decuplicato le vendite
Roma, 27 dic. (askanews) – Uno dei grandi vecchi dell’industria giapponese se n’è andato in un momento di grande trasformazione per il settore in cui ha lasciato la sua impronta, quello dell’auto. Osamu Suzuki, ex-presidente della Suzuki Motor, è morto, secondo quanto ha annunciato l’azienda venerdì. Aveva 94 anni.
Suzuki ha guidato l’azienda per più di 40 anni, fino a quando si è dimesso dalla carica di presidente nel 2021, trasformando la compagnia con sede a Shizuoka in un produttore automobilistico di livello globale.
Suzuki era nato nel 1930 nella prefettura di Gifu, nel Giappone centrale, e si era unito alla Suzuki Motor nel 1958, dopo aver sposato la figlia del secondo presidente dell’azienda, Shunzo Suzuki.
Quando Osamu Suzuki divenne presidente della Suzuki Motor nel 1978, le vendite dell’azienda ammontavano a soli 323,2 miliardi di yen (2 miliardi di dollari al tasso di cambio attuale). Durante il suo mandato, queste vendite raggiunsero i 3mila miliardi di yen, dieci volte tanto.
Suzuki ha aiutato l’azienda a consolidare una solida posizione nel mercato dei veicoli leggeri, noti come “kei car”, e ha guidato l’espansione in India, uno dei principali mercati della casa automobilistica.
Il presidente della Toyota, Akio Toyoda, ha espresso le sue condoglianze e reso omaggio a Suzuki, descrivendolo come un “oyaji”, ossia un padre.
La morte di Osamu Suzuki, che non aveva un ruolo attivo nell’azienda, rappresenta un fatto simbolico importante in un momento di trasformazione per il mercato automobilistico giapponese, dopo l’annuncio dell’avvio delle procedure per la fusione tra Nissan e Honda.