Bene invece settore olivicolo e uva da tavola

Roma, 23 dic. (askanews) – In Puglia le performance straordinarie del settore olivicolo e dell’uva da tavola hanno compensato l’andamento da profondo rosso dei comparti che hanno fortemente risentito degli effetti della siccità, come la frutta, in particolare gli agrumi che sono andati al macero per la mancanza di acqua, ma anche del grano. Ma a preoccupare è la crisi del settore cerealicolo colpito dalla siccità “ma anche da eventi estremi a macchia di leopardo”, denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “il rischio concreto è dovuto all’abbassamento del valore del quintale di grano, a causa delle importazioni selvagge dall’estero e della scarsa valorizzazione del prodotto regionale, per cui abbiamo chiesto alla Regione una misura di sostegno ad hoc per i cerealicoltori”.

Dal 2010 al 2020 le aziende agricole sono passate da 271.754 a 191.430 in Puglia, che resta la regione più agricola d’Italia con 1,3 milioni di ettari coltivati, secondo l’ultimo censimento Istat. “Con il numero delle aziende di agricoltura, silvicoltura e pesca che cala, Coldiretti chiede un intervento urgente a sostegno del settore, a partire dalle scelte di politica europea”, dice Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, sottolineando che “un passo avanti importante è arrivato dalla decisione della Commissione Europea di accogliere una delle richieste avanzate dalla Coldiretti nel corso delle sue mobilitazioni a Bruxelles, con la modifica del regolamento “de minimis” per il settore agricolo, gli aiuti di piccola entità che non hanno alcun impatto sugli scambi nel mercato unico”, aggiunge Piccioni.

Il nuovo regolamento raddoppia la soglia ad azienda (da 25mila a 50mila euro in tre anni) dando la possibilità agli Stati di erogarli senza doverli notificare alla Commissione e incorrere nel rischio di procedure di infrazione per distorsioni della concorrenza. Una misura importante anche per i suoi effetti sul Fondo emergenza agricole, poiché aumenterà le possibilità per i governi di sostenere le filiere in crisi.

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