Il mondo della finanza trema: le piazze finanziarie globali sprofondano sotto il peso della nuova offensiva protezionista lanciata dagli Stati Uniti. Donald Trump riaccende la miccia della guerra commerciale e i mercati reagiscono con un’ondata di vendite senza precedenti.

Una giornata nera per le borse mondiali. Il ritorno dei dazi voluti dall’ex presidente americano Donald Trump ha risvegliato le paure che avevano già agitato l’economia globale negli anni passati. A subire i primi contraccolpi sono stati gli investitori, colti alla sprovvista dalla rapidità e dalla portata delle misure annunciate. Il mondo osserva attonito il crollo simultaneo delle principali piazze finanziarie, mentre si rincorrono segnali contraddittori dalla Casa Bianca.

L’Europa apre in forte ribasso, con Milano che segna un avvio in rosso: il Ftse Mib cede l’1,37% e diversi titoli rimangono congelati in apertura per eccesso di ribasso. Peggio fanno Francoforte e Parigi, che lasciano sul campo rispettivamente oltre il 9% e il 6,5%. A Madrid si registra un tonfo del 4,7%, mentre l’intero continente sembra risentire della crescente incertezza sui futuri rapporti commerciali con gli Stati Uniti.

La situazione non migliora se si guarda a Est. Tokyo apre con un pesante -7,5%, seguita da Taiwan che affonda del 9,8%. Singapore scivola a -8,58%, mentre a Hong Kong si assiste a un vero e proprio tracollo: la borsa perde oltre il 12%, un evento senza precedenti da oltre 16 anni. Tra i titoli più colpiti, spicca la Hsbc, che crolla del 15,85%, e i giganti del tech cinese Alibaba e Tencent, in ribasso rispettivamente del 9,72% e del 7,43%.

In questo scenario turbolento, Donald Trump non indietreggia. Dal suo social network Truth e attraverso dichiarazioni rilasciate a bordo dell’Air Force One, lancia nuove stoccate contro Europa e Cina, giustificando le tariffe come “una cura necessaria” per riequilibrare i deficit commerciali americani. “È l’unico modo per risolvere il problema degli squilibri con Cina, Unione Europea e altri Paesi,” ha dichiarato, lasciando però uno spiraglio al dialogo: “Sono aperto a parlare. I leader mondiali non vedono l’ora di trovare un accordo.”

Resta da vedere se alle parole seguiranno fatti concreti o se le tensioni continueranno ad alimentare il panico sui mercati. Di certo, la giornata odierna lascia un segno profondo nel panorama finanziario globale, risvegliando lo spettro di una nuova e pericolosa stagione di protezionismo.

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