Roma, 7 apr. (askanews) – L’Unione Europea metta in campo le risorse necessarie per compensare l’impatto dei dazi americani sul vino, come sugli altri prodotti agroalimentari, e sostenere le filiere produttive di un settore chiave dell’economia. E’ uno dei temi emersi dall’incontro a Casa Coldiretti tra il Commissario europeo all’Agricoltura Cristophe Hansen e il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia.

“Il dialogo strategico sull’agricoltura rappresenta una grande opportunità per rafforzare la cooperazione reciproca tra istituzioni europee e mondo agricolo – ha detto il commissario Ue all’Agricoltura Hansen – Siamo orgogliosi di contribuire a questo processo, consapevoli dell’importanza di temi cruciali come la sicurezza e la sovranità alimentare, oggi più che mai al centro dell’agenda politica. Non nominiamo più il Green deal e farm to fork, perché abbiamo aperto una nuova stagione”., ha confermato.

Da parte sua, Coldiretti ha sottolineato come sia necessario in questo momento mettere in campo una azione unitaria senza commettere l’errore di rispondere con dazi ai dazi, ma piuttosto investire direttamente sui vari settori produttivi senza gravare sul debito dei singoli Stati, aumentando gli investimenti nell’internalizzazione e cancelliando tanta burocrazia che diventa un vero e proprio dazio. “Quella burocrazia, o peggio tecnocrazia, che si traduce in una normatività esasperata e spesso incomprensibile – ha sottolineato Gesmundo – che frena gli insediamenti agricoli specie fra i giovani, che ha un ‘costo’ in termini di investimenti psicologici e in risorse umane tali da frenare e condizionare il desiderio di fare impresa. Una burocrazia – ha concluso – incapace di pensare agli effetti drammatici che provoca sulle vite degli agricoltori, costretti a portare un peso enorme sulle loro spalle”.

“Un altro fronte su cui chiediamo attenzione riguarda i giovani agricoltori ha evidenziato Prandini – Se vogliamo un futuro forte per l’agricoltura europea, dobbiamo investire su chi ha il compito di costruirlo. Così come dobbiamo sostenere chi vive nelle aree rurali e di montagna per il loro ruolo essenziale di presidio dell’ambiente e del paesaggio. Per questo, nella riforma della Pac, chiediamo strumenti specifici e accessibili per i giovani e per chi vive nella aree di montagna e collina”.

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