Bruxelles, 3 apr. (askanews) – Restare calmi, niente panico, nessuna reazione eccessiva, no alla guerra commerciale; ma rispondere in modo freddo e determinato ai dazi imposti dall’Amministrazione Trump, cercando la trattativa e tenendo a mente che con il nostro maggiore alleato l’obiettivo è quello di arrivare a zero dazi da entrambe le parti. E ricordare agli Usa che una guerra dei dazi sarebbe controproducente anche rispetto all’obiettivo Nato di aumentare considerevolmente la spesa militare dei paesi alleati; a partire dall’Italia, che si impegna comunque ad arrivare almeno al 2% del Pil.

Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa questo pomeriggio al quartier generale della Nato, a Bruxelles, dopo un lungo colloquio che ha avuto con il con il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, che domani discuterà con il proprio omologo americano, in videoconferenza, sui dazi Usa e sulla risposta dell’Ue.

Con Sefcovic, ha riferito Tajani, ‘abbiamo affrontato la situazione in vista del colloquio che domani avrà con gli americani, e in vista anche del Consiglio Ue di lunedì a Lussemburgo’, in cui si riuniranno i ministri dei Ventisette responsabili del Commercio estero proprio per parlare delle relazioni con gli Usa.

‘Io – ha continuato il ministro degli Esteri – ho ribadito qual è la posizione italiana: bisogna evitare una guerra dei dazi, e mi pare che su questo Sefcovic sia assolutamente d’accordo; che poi è la posizione espressa anche da Ursula von der Leyen’ la presidente della Commissione europea. ‘Bisogna andare avanti nella trattativa con gli Stati Uniti’, anche se ‘è chiaro che poi dovrà essere presa una decisione con delle scelte di imporre dazi ad alcuni prodotti americani per rispondere ai dazi che sono stati imposti sull’alluminio, sui prodotti che derivano dall’alluminio’ e sull’acciaio, con una decisione di Trump del 12 marzo scorso.

‘Insomma – ha affermato Tajani – bisogna essere molto freddi, molto determinati, occuparsi e non preoccuparsi, in un momento in cui la situazione è abbastanza complicata. Però dobbiamo sempre ricordare che gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato. L’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a zero dazi da una parte e zero dazi dall’altra, se vogliamo veramente rinforzare l’Occidente. Discutiamo, parliamo, e tuteliamo anche le nostre imprese’.

‘Per quanto riguarda l’Italia – ha aggiunto il ministro -, c’è stata una riunione con alcuni ministri, presieduta dalla presidente del Consiglio, e il messaggio è molto chiaro: l’importante è trattare, l’importante è difendere e proteggere le nostre imprese, ma serve anche una strategia che non sia soltanto quella di reagire. L’importante è avere una visione complessiva di quello che è il commercio internazionale europeo e del nostro paese. Noi abbiamo dato vita già da 15 giorni – ha ricordato – ad un piano d’azione per l’export, per esplorare i mercati extra Unione europea, per raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, cioè quello di 700 miliardi di euro (come valore delle esportazioni, ndr) entro la fine della legislatura. Questo è un modo di cercare di raccogliere risultati positivi in territori come l’India, il Giappone, dove sarò nella prossima settimana, ma poi ci sono i paesi del Golfo, c’è il Sudafrica, ci sono i paesi dell’Estremo Oriente, penso all’Indonesia, penso al Vietnam, penso alle Filippine, e pensiamo anche ai mercati dell’Asia centrale’.

‘Quindi – ha insistito Tajani – abbiamo una visione, sappiamo cosa si deve fare: la cosa da fare è non farsi prendere mai dal panico, perché non c’è bisogno di mettersi paura, bisogna occuparsi e non preoccuparsi. Come se stai nuotando e si alza il mare, l’unica cosa che devi fare è nuotare con calma e tornare a riva senza farti prendere dalla paura. Ecco, noi non ci siamo assolutamente fatti prendere dalla paura. Dialoghiamo con le imprese. Fino a tarda sera, ieri mi sono sentito con il Presidente di Farmindustria, ho parlato con Orsini, Presidente di Confindustria. Devono sapere che noi non intendiamo affatto dar vita a una guerra commerciale, come ci chiedono tutte le imprese italiane; e che agiremo insieme all’Unione europea, perché poi la competenza esclusiva è dell’Unione europea in materia commerciale, e lunedì verranno prese le decisioni durante la riunione dei ministri del commercio internazionale, a cui parteciperò, a Lussemburgo’. La prima reazione formale dell’Ue, in realtà, arriverà con la riattivazione, il 9 aprile, delle contromisure che erano state già decise nel 2018 e nel 2020 contro i dazi della prima Amministrazione Trump su alluminio a acciaio, che erano stati poi sospesi durante l’Amministrazione Biden, e che sono stati ristabiliti dallo stesso Trump il 12 marzo scorso. E’ ancora in corso la consultazione degli Stati membri riguardo alla lista dei prodotti Usa da colpire con i contro-dazi europei.

‘Noi abbiamo sempre detto – ha ricordato Tajani – che nella lista non dovrebbe essere inserito il whisky (il bourbon americano, ndr), cosa che ho ribadito anche oggi a Sefcovic. Perché mettere una sanzione sul whisky significa provocare una reazione Usa contro l’alcol che noi esportiamo, cioè i vini in modo particolare; e siccome esportiamo molto più vino rispetto a quanto whisky importiamo, sarebbe una scelta perniciosa per noi stessi, una forma di autolesionismo. Io ho consegnato al Commissario Sefcovic – ha riferito il ministro – una lista di prodotti italiani sui quali bisogna intervenire affinché possano essere tutelati, compresa la produzione vinicola del nostro paese; che possano essere tutelati nella trattativa che ci sarà all’interno dell’Unione europea in vista della riunione del Consiglio di lunedì a Lussemburgo. Potrebbe esserci un problema, per esempio, per i motocicli, e poi ci sono settori anche che riguardano la gioielleria, le pietre preziose. C’è una lunga lista, con una trentina di voci, che ho consegnato a Sefcovic’.

Quanto ai veri obiettivi di Trump, che sembra usare la minaccia dei dazi con l’intenzione di spingere i paesi a negoziare condizioni più favorevoli agli Usa in altre aree, Tajani ha osservato: ‘Naturalmente bisogna capire bene. C’è la trattativa, domani c’è un altro colloquio dopo l’imposizione dei nuovi dazi. Io credo che gli Stati Uniti vogliano puntare al rafforzamento della produzione industriale in America. Questa è la loro posizione. Noi siamo italiani ed europei, dobbiamo tutelare le nostre imprese in un rapporto positivo. Il mio disegno sarebbe quello di avere un mercato unico transatlantico, zero dazi di qua e zero dazi di là. Quello sarebbe il modo migliore per sviluppare il commercio e rinforzare la posizione dell’Occidente’.

Il ministro degli Esteri ha poi minimizzato la prima reazione dell’Ue ai dazi su acciaio e alluminio: ‘Bon ci sono ritorsioni, sono scelte: c’erano liste già congelate, quindi saranno riattivate, ma riguardano soltanto la questione dell’alluminio, e dei derivati dall’alluminio. Credo – ha rilevato – che andrà nella direzione di avere una scelta che sarà meno dura di quello che è stata la scelta americana, per dare, quindi, un messaggio contro l’escalation dei dazi, un messaggio contro la guerra commerciale. Mi pare che le posizioni del commissario Sefcovic siano ragionevoli e vanno nella direzione della tutela delle imprese italiane ed europee’.

A questo punto è stato chiesto a Tajani se la questione dazi non comporti dei problemi anche nel rapporto tra Usa e alleati europei in seno alla Nato. ‘Quello della collaborazione tra Europa e Stati Uniti è un discorso articolato: l’Europa deve fare di più per garantire la propria sicurezza, fermo restando che c’è ancora una minaccia a Oriente, c’è una minaccia a Sud, pensiamo a quello che accade non soltanto alla frontiera con l’Ucraina, ma anche in Medio Oriente, ma anche quello che succede nel continente africano. Quindi rafforzare la Nato significa considerare ancora queste minacce, come minacce non secondarie’.

‘Noi – ha assicurato il ministro riguardo all’aumento della spesa militare richiesto dalla Nato – siamo pronti ad arrivare al 2% del Pil in tempi rapidi; ma se si chiede di arrivare al 5% e contemporaneamente si impongono i dazi è un po’ difficile fare entrambe le cose. Se ci si chiede di arrivare al 5% del Pil, la scelta dei dazi è una scelta che va contro la proposta di arrivare al 5%’, ha avvertito Tajani.

E ha aggiunto: ‘C’è l’articolo 2 del Trattato Nato, noi parliamo sempre dell’articolo 5 (sull’obbligo di difesa reciproca, ndr), e non parliamo mai dell’articolo 2, che è quello che spinge alla collaborazione economica tra i paesi che fanno parte’ dell’Alleanza. ‘E la guerra commerciale certamente non fa parte di quello che dice l’articolo 2; quindi evitiamo una guerra commerciale. E anche per quanto riguarda l’Alleanza, che non è solo un’alleanza militare, è un’alleanza politica, è l’Alleanza atlantica, cerchiamo di lavorare anche per una collaborazione economica. E’ quello che noi auspichiamo, è per questo che il governo italiano sta lavorando, e quindi speriamo di poter fare in tempi rapidi ciò che è bene delle nostre imprese’.

E’ stato chiesto al ministro, infine, se non diventi ora ancora più importante l’accordo di libero scambio that l’Ue e il Mercosur, la comunità economica dei paesi dell’America latina.

‘Quello del Mercosur – ha risposto – è uno dei temi all’ordine del giorno. Noi siamo assolutamente favorevoli, ma abbiamo delle riserve per alcune parti del settore agricolo. Stiamo discutendo, stiamo trattando. Certamente la Commissione europea dovrà risolvere questo problema. In modo particolare le carni e il riso sono due temi per noi particolarmente spinosi, che il mondo agricolo chiede di poter risolvere; per la parte invece industriale, il Mercosur porterà grandi vantaggi’, ha concluso Tajani.

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