Roma, 3 apr. (askanews) – Il Governo favorisca un confronto serio con le organizzazioni agricole a tutela del comparto canapicolo italiano, “bloccando sul nascere qualsivoglia tentativo di avallare silentemente l’articolo 18 sul divieto di coltivazione, produrre e commercializzazione i fiori a basso livello di THC”. Così Cia-Agricoltori Italiani rispetto alle indiscrezioni sull’arrivo in Consiglio dei ministri di un decreto-legge prossimo a inglobare l’intero Ddl Sicurezza, senza discussione parlamentare.
Per Cia, se le voci venissero convalidate dai fatti, si tratterebbe dell’ennesimo tentativo di condanna a morte per una filiera dalle grandi potenzialità sotto il profilo produttivo e occupazionale.
Da parte di Cia, dunque, l’appello anche al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, perché si ponga definitivo rimedio con lo stralcio dell’art. 18, così come più volte sollecitato dalla Confederazione e si garantisca una regolamentazione del settore ragionevole, in linea con le normative Ue e gli interessi economici del Paese.
Il provvedimento, infatti, se confermato in un decreto, avrebbe l’effetto immediato di mandare letteralmente in fumo una filiera che, ricorda Cia, solo per il fiore, vede oggi, tra diretti e indiretti, circa 23 mila occupati e un volume d’affari di oltre due miliardi di euro su base annua sul mercato nazionale e senza considerare l’export. Insomma, un settore legale che, pur in una situazione di difficoltà e carenze legislative, ha avvicinato diversi giovani, produttori di eccellenze esportate per più del 60% e che, come ricordato dallo studio MPg Consulting, ha dato spazio a nuove figure professionali, innovative e altamente specializzate.