Roma, 29 mar. (askanews) – Una giornata intensa e ricca di emozioni quella di giovedì 27 marzo, dove, grazie alla collaborazione tra Fondazione Prada, AISLA e AriSLA, si è tenuto l’incontro tematico dedicato alla SLA all’interno del progetto “Preserving the Brain: A Call to Action”, realizzato da Fondazione Prada.

L’incontro ha coinvolto diversi momenti di riflessione e confronto, tra cui la visita della mostra scientifica del progetto che, ideata con lungimiranza dal professor Giancarlo Comi, esplora il campo delle neuroscienze. L’edizione di quest’anno si è concentrata sulla prevenzione e sul trattamento precoce delle malattie neurodegenerative, temi rilevanti per rilanciare un impegno comune di istituzioni scientifiche, culturali e della società civile.

La giornata è iniziata con un incontro formativo con l’Istituto Professionale IIS Oriani Mazzini di Milano. Le classi quinte ad indirizzo Tecnico dei Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale hanno avuto l’opportunità di visitare la mostra, entrando in contatto con il mondo della ricerca scientifica e della cura della SLA.

Durante la visita, AriSLA ha illustrato gli aspetti innovativi della ricerca, mentre AISLA ha messo in luce la dimensione umana della cura, raccontando storie di vita e stimolando una riflessione profonda sull’importanza dell’inclusione. La visita alla mostra scientifica è stata guidata dai dottorandi dell’Istituto San Raffaele di Milano. La mattinata si è conclusa con la creazione di un Manifesto Etico delle parole della Cura, dove gli studenti hanno espresso il loro impegno personale verso la ricerca, l’inclusione e la cura, utilizzando parole chiave come “speranza”, “diagnosi” e “progresso”.

Nel pomeriggio, volontari, familiari e persone con SLA hanno intrapreso un affascinante viaggio attraverso l’esposizione Atlas di Fondazione Prada, dove l’arte ha incontrato l’esperienza della SLA. Il tema dell'”impossibilità resa possibile” ha offerto una nuova prospettiva, in cui la bellezza emerge nonostante la malattia, trasformando la creatività in uno strumento di riflessione profonda e di speranza.

Guidati da Mary Zurigo e Michele Porcu di Z.E.A. – Zone di Esplorazione Artistica, le persone con SLA, affiancate da Anisia Carlino, psicologa del Centro di Ascolto AISLA, hanno vissuto un’esperienza emozionante, entrando in contatto con opere artistiche di forte impatto. Il percorso è iniziato con una salita panoramica alla Torre della Fondazione, dove l’ascensore trasparente ha offerto una visione inedita sulla città, a simboleggiare il cambiamento di prospettiva, necessario per affrontare le sfide della vita.

La prima opera, Upside Down Mushroom Room di Carsten Höller, con i suoi funghi sospesi e il movimento ipnotico, ha stimolato una riflessione su come una nuova visione possa trasformare l’esperienza della malattia. La visita è proseguita con la Bel Air Trilogy di Walter De Maria, tre automobili cromate che, come sculture, rimandano al potere della trasformazione e della reinterpretazione. L’esperienza si è conclusa davanti a Tulips di Jeff Koons, simbolo di gioia e speranza, dove le famiglie hanno condiviso emozioni che sono state raccolte nel Manifesto Etico delle parole della Cura, con espressioni cariche di significato come “giornata rilassante”, “uscire dalla monotonia della settimana” e “bellezza”. Un momento di connessione e riflessione collettiva che ha reso l’arte un potente strumento di cura dell’anima e di speranza.

(Segue)

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