Roma, 27 mar. (askanews) – Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal è stato condannato a 5 anni di carcere e al pagamento di una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro) dal tribunale penale di Dar El Beida ad Algeri. Il processo allo scrittore franco-algerino, detenuto in Algeria dal 16 novembre 2024, ha colto di sorpresa coloro che si aspettavano un’indagine più lunga.
Celebrata senza preavviso, la sentenza ha sorpreso sia per la riqualificazione dei fatti decisa dal giudice istruttore – che ha portato Boualem Sansal, 80 anni, a comparire non davanti a un tribunale penale, ma davanti a un tribunale penitenziario – sia per la brevità dell’udienza, durata circa venti minuti secondo il quotidiano in lingua araba Chorrouk.
Al termine dell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a dieci anni di carcere e una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro).
Il verdetto, più clemente di quanto annunciato, conferma dunque lo scenario ottimistico già anticipato la scorsa settimana da diverse fonti vicine al caso.
Secondo loro, l’accelerazione della procedura suggerisce che le autorità algerine stiano cercando di chiudere il caso Sansal il più rapidamente possibile.
“C’è stata una forma di pacificazione”, ha dichiarato Mohamed Baghdadi, presidente dell’ordine degli avvocati di Algeri, suggerendo che l’esito di questo caso sarà deciso in base alla personalità dell’imputato. “È pur sempre un signore anziano, stanco, malato e senza precedenti penali. Sono elementi che contano nel contesto della procedura.”
Secondo un’altra fonte, questa condanna permetterebbe allo Stato algerino di “salvare la faccia, lasciando però la porta aperta a un’eventuale grazia presidenziale”, che potrebbe, secondo alcune previsioni, avvenire alla fine del Ramadan o il 5 luglio, in occasione della tradizionale grazia della Giornata dell’Indipendenza e della Gioventù. Tuttavia, poiché questa misura può essere applicata solo alle condanne definitive, la decisione di Boualem Sansal di non presentare ricorso sarebbe un’indicazione in tal senso.
Ha indubbiamente pesato molto sul verdetto anche il recente allentamento delle tensioni tra Parigi e Algeri, ottenuto grazie a contatti al più alto livello tra le due capitali, in particolare per organizzare il più rapidamente possibile una visita ad Algeri del ministro degli Affari esteri Jean-Noël Barrot.
Durante il processo, Boualem Sansal ha “negato totalmente” tutte le accuse mossegli dal giudice: attentato all’unità nazionale, insulto a un organismo costituito (l’esercito), attentato all’economia nazionale e possesso di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità nazionale.
Mentre in Francia una parte della classe politica ha manifestato a Parigi questa settimana per chiedere la liberazione dello scrittore, i media algerini hanno continuato a insistere sul fatto che i commenti di Boualem Sansal erano seri. Per il sito sovranista Algérie Patriotique, egli resta un “falso martire” che “non viene perseguitato per aver denunciato l’ingiustizia”, ma “glorificato per aver ridimensionato la colonizzazione”. Il quotidiano L’Expression ha ricordato che l’imputato ha negato di “aver minato la sicurezza dello Stato o di aver danneggiato l’Algeria”, “contrariamente” a quanto suggerivano “le sue dichiarazioni viste da milioni di algerini “. Salvate