Roma, 26 mar. (askanews) – “Tre giorni intensi che, in occasione dell’anniversario della firma dei Trattati di Roma, hanno portato nuovamente l’agricoltura al centro della Capitale e al centro della politica italiana ed europea, come era stato 68 anni fa”. Così in una nota il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, nel giorno conclusivo della manifestazione che ha visto assoluto protagonista il settore Primario, fra dibattiti, incontri, stand delle Regioni e delle organizzazioni agricole nel villaggio di “Agricoltura È” di Piazza della Repubblica.

“Una kermesse che ha visto la partecipazione delle più alte cariche dello Stato, che si è aperta – ricorda il sottosegretario – con l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è proseguita con la prima visita ufficiale in Italia del commissario europeo all’Agricoltura Cristophe Hansen, e che ha visto la partecipazione, fra gli altri, del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dei vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e si è chiusa con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni”.

“È stato rilanciato con forza un messaggio chiaro: l’agricoltura è, e sarà sempre di più, la base su cui si fondano il nostro Paese e l’Europa, il cuore della nostra civiltà. È storia, presente ed è soprattutto il futuro – prosegue D’Eramo -. Agricoltori, allevatori e pescatori sono i primi custodi dell’ambiente e del territorio, sono la soluzione e non un problema, come qualcuno ha cercato di far credere in un recente passato. Per questo le nostre imprese devono essere sostenute con adeguate risorse. Superata finalmente l’ideologia green si è tornati, anche grazie all’impegno e al lavoro del governo italiano, a parlare di competitività e redditività”.

“Anche il commissario Hansen – ricorda il sottosegretario – ha evidenziato il ruolo fondamentale delle aree rurali interne. Mantenerle vitali è essenziale: per garantire la produzione di cibo e preservare la bellezza delle nostre regioni, ma anche per la sicurezza, alimentare, e non solo. E l’Italia anche su questo vuole essere, e sarà, un punto di riferimento”, conclude D’Eramo.

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