Roma, 25 mar. (askanews) – Tre operai sono morti oggi mentre erano al lavoro, tre morti a distanza di poche ore. Si chiamavano Daniel Tafa, un ragazzo di Pordenone di 22 anni; Nicola Sicignano, 50 anni di Sant’Antonio Abate che lascia due figli adolescenti e Umberto Rosito, 38 anni, travolto da un tir in Umbria. “Ventidue, cinquantuno e trentotto anni, a Molino di Campagna, Sant’Antonio Abate e sull’autostrada nei pressi di Orvieto. Tre morti sul lavoro in poche ore. E sono solo gli ultimi tre. Non è più possibile parlare di incidenti di fronte a questa strage senza fine. Ed è inaccettabile morire di lavoro in questo modo: abbiamo da tempo offerto la nostra disponibilità al governo per agire con efficacia ma finora non abbiamo mai avuto riscontri”, sottolinea la segretaria del Pd, Elly Schlein, che rilancia: “Occorre agire su diversi fronti: aumentare la sicurezza sul lavoro, assumere più ispettori per rendere più efficaci i controlli, più responsabilità per i datori e più formazione per i lavoratori. E bisogna contrastare precarietà e subappalti a cascata che rendono il lavoro meno sicuro. Questa deve essere una priorità per tutti, politica e istituzioni”.
La Cgil rilancia i referendum per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro: “Tre operai di 22, 38 e 50 anni sono le ultime vittime di una strage infinita sul lavoro. Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici”, avverte in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, sottolineando: “La svalorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto”.
“Con i referendum sul lavoro dell’8 e del 9 giugno, promossi dalla Cgil, vogliamo invertire questa logica intervenendo sulle responsabilità nella catena degli appalti e sulla precarietà. Senza questo cambio di paradigma – conclude Re David – la strage non si fermerà”.
Il M5s chiede informativa alla ministra Calderone: “Piangiamo per l’ennesima volta nostri connazionali che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Nel 2024 sono aumentate del 5% le morti sul lavoro rispetto all’anno precedente. Sono numeri e storie che ci parlando di una realtà assolutamente grave e insopportabile. Tutti dobbiamo essere concordi nel dire che non se ne può più di così tanti morti sul lavoro: è una strage che richiede risposte ed è per questo che chiediamo alla ministra Calderone di venire a riferire in quest’Aula in tempi rapidissimi. Le politiche del Governo Meloni contro le morti sul lavoro sono fallimentari. Il M5S ha avanzato delle proposte, in ultimo l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, che è ora di discutere invece di continuare a piangere lacrime di coccodrillo”, ha affermato in Aula alla Camera il deputato del M5s, Andrea Quartini.
Morti su Lavoro, Orsini: subito un tavolo con i sindacati Presidente Confindustria: sconfitta per mondo impresa Interviene anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che a margine del suo intervento all’Unione Industriali di Napoli per l’accordo tra Confindustria e Intesa San Paolo, lancia la sua proposta: “Credo che questa sia una grande disgrazia per noi, ovviamente serve fare di tutto perché le morti sul lavoro, gli incidenti sul lavoro vengano eliminati e sconfitti. Io credo che sia veramente una sconfitta per il mondo dell’impresa”. Per Orsini “assieme a tutti i sindacati oggi serve trovarsi velocissimamente per fare un tavolo proprio sugli incidenti sul lavoro. Quando si parla di incidenti sul lavoro dobbiamo mettere ad alto la prevenzione perché noi non possiamo parlare purtroppo di fatti accaduti ma dobbiamo prevenire queste tragedie soprattutto di ragazzi giovani. Siamo molto vicini alle famiglie in questo momento”, ha concluso Orsini.
Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, commentando gli ultimi incidenti mortali sul lavoro a margine di un convegno al Cnel, ha detto: “Stiamo ovviamente intensificando tutti i controlli, c’è da fare tanto sul fronte della prevenzione e degli interventi da mettere in campo affinché il concetto di sicurezza sul lavoro si ampli e diventi qualcosa di molto più importante”. “Sono aumentati gli infortuni in itinere – ha ricordato – questi sono i dati che ci consegna il 2024. Abbiamo una situazione che anche nella generale riduzione del numero degli infortuni comunque ci deve richiamare a una massima attenzione sul tema. Abbiamo intensificato il numero dei controlli con l’aumento degli ispettori tecnici, siamo intervenuti su settori strategici come quello dell’edilizia, inserendo la patente a crediti. I dati ci dicono che abbiamo 432.000 aziende a gennaio del settore dell’edilizia che avevano la patente a crediti. L’ispettorato del lavoro ha fatto più di 8.000 controlli e non ha rilevato irregolarità tali da poter in qualche modo darci dei segnali di preoccupazione sul fronte dell’adempimento all’obbligo di possesso di patente. Solo otto aziende tra quelle ispezionate non avevano la patente. Questo credo che sia un segnale importante perché vuol dire attenzione per settori che sono strategici e che nel contempo hanno anche un’alta incidenza di rischio, vista la particolarità delle attività. Stiamo lavorando per implementare ancora di più la normativa in termini anche di efficacia degli strumenti. Abbiamo in lavorazione altri testi normativi in cui ovviamente ci sarà anche un’attenzione al miglioramento del presidio della sicurezza”.