Premiato al Fringe di Catania, il testo di Emanuele Iovino racconta con ironia le difficoltà del contemporaneo

Dopo essere entrato nelle selezioni ufficiali del Milano Off Fringe Festival e del Catania Off Fringe Festival, dove si è aggiudicato il premio “Il mondo che si muove 2024”, arriva a Pomigliano d’Arco “È la fine”, monologo scritto e interpretato da Emanuele Iovino. Lo spettacolo, diretto da Giuliana Pisano, sarà in scena venerdì 22 (ore 20:30) e domenica 23 marzo (ore 18:30) nella sala teatrale di ITACA – Colonia Creativa.

Il testo umoristico, muovendosi a cavallo tra toni lirici e spunti comici grotteschi, porta in scena una riflessione esistenziale sulle scelte che ogni persona si trova a compiere nei momenti di crisi della propria vita.

Tra momenti di introspezione e slanci dal tono fantastico, È la fine conduce il pubblico nella vita di Gigi (Emanuele Iovino), un ragazzo di 33 anni che ha appena firmato un contratto a tempo indeterminato e si ritrova a fare i conti con le amarezze della vita.

L’impiego finalmente raggiunto, infatti, nasconde un subdolo sfruttamento e Gigi si scopre ingabbiato tra aspirazioni disattese, frustrazioni e lutti inaspettati. A guidarlo, nel suo momento di crisi, ci saranno i ricordi delle persone amate e un pesce parlante.

Tra parentesi malinconiche e guizzi di brillante comicità, lo spettacolo diventa la fotografia di una contemporaneità ripiegata sull’apparire, in cui ogni persona si trova almeno una volta a fronteggiare la difficoltà di scegliere ciò che si desidera.

«È la fine – racconta la regista Giuliana Pisano – narra un momento di svolta che ogni individuo affronta nel corso della propria vita. La crisi di un trentenne, lontana dall’essere un fatto negativo, è presentata come una parte fondamentale dall’esperienza umana, necessaria per la crescita e lo sviluppo personale. Attraverso la lotta per superare i propri limiti, il protagonista si impegna in una vera e propria azione teatrale».

E aggiunge: «Gigi si muove come un palloncino che vola nello spazio, ma che è ben legato alla terra. Ogni scena spinge il protagonista verso la sua implacabile trasformazione».

Emanuele Iovino, classe 1988, drammaturgo, formatore e attore, ha ricevuto nel 2024 una doppia menzione speciale al Premio Serra come Miglior Attore e Miglior Testo per “Storia ‘e nu sciummo ca vuleva turnà a nascere”. È la fine nasce da appunti raccolti in anni incerti, vissuti attraversando precarietà ed esperienze lavorative in giro per l’Italia.

«Era da molto tempo – racconta nelle note dello spettacolo – che avevo in mente la storia di un giovane uomo in crisi che in qualche modo riusciva a superare tutto, e allo stesso tempo volevo parlare di me e della mia generazione».

E continua: «Avevo subito un duplice lutto: i miei nonni materni, due fari, due esempi di amore incondizionato e mi trovavo con un mucchio di cose scritte. L’idea è stata quella di raccontare come viviamo i legami con la nostra famiglia di origine, come viviamo l’amore e quanto è difficile emergere, essere se stessi e quanto tempo perdiamo, a volte, ad accogliere le aspettative di chi ci sta intorno».

Un viaggio intimo e personale, ma che allo stesso tempo si fa voce generazionale. «Questo testo – conclude Iovino – è dedicato a chi ricerca il senso della parola libertà, è dedicato a chi non c’è più ed è stato il primo esempio della parola amore».

Nella foto: Emanuele Iovino (Ph. Rosa Sanzone)

L’articolo “È la fine”, una generazione che insegue la libertà proviene da Notiziedi.it.

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