Studio sulla ricomposizione dei bilanci nel periodo 2010-2023

Fra il 2010 e il 2023, si è registrata una diminuzione nel valore degli investimenti diretti in obbligazioni, mentre si è assistito a un incremento nel settore dei prodotti di risparmio gestito, compresi gli investimenti in polizze vita. La quota di attività conservata in depositi è rimasta invariata.

Le ricerche indicano che, nel periodo 2010-2020, la ristrutturazione delle attività finanziarie ha coinvolto diverse tipologie di famiglie, risultando più evidente tra i gruppi più agiati e quelli residenti nelle grandi aree urbane. Gli investimenti nei PIR sono rimasti limitati.

Questo è quanto riportato in uno studio (La composizione del portafoglio delle famiglie nel periodo 2010-23: evidenze dai Conti finanziari), elaborato dalla Banca d’Italia, che esamina la struttura del portafoglio delle famiglie italiane utilizzando sia i dati dei Conti finanziari, che permettono di monitorare le tendenze per tutto il periodo, sia le informazioni dettagliate dall’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (Ibf) condotte tra il 2010 e il 2020. Vengono analizzati anche i trend degli investimenti in polizze vita e nei piani individuali di risparmio (PIR).

Durante il decennio 2010-2020 – caratterizzato da tassi d’interesse di politica monetaria molto bassi e, nella seconda parte, da altre attività finanziarie anch’esse contenute – si è registrata una notevole ristrutturazione dei portafogli finanziari delle famiglie italiane: la percentuale di obbligazioni pubbliche e private si è ridotta, mentre è aumentata quella del risparmio gestito (che è passata da circa un quinto a poco più di un terzo, in base ai Conti finanziari, CF).

La ristrutturazione è stata influenzata sia dalla domanda, con le famiglie alla ricerca di rendimenti più elevati, sia dall’offerta, dato che gli intermediari bancari avevano l’esigenza di compensare la riduzione del margine di interesse aumentando gli introiti da commissioni.

La domanda di obbligazioni bancarie è stata influenzata anche dalla cancellazione, nel 2011, del beneficio fiscale a esse legato; la disponibilità di finanziamenti a lungo termine offerti dalla BCE e l’introduzione della direttiva BRRD nel 2014 hanno probabilmente pressionato l’offerta di tali strumenti. La percentuale dei depositi rispetto al totale delle attività ha mostrato un leggero incremento, passando dal 26,6 al 27,6 per cento.

Più recentemente, tra il 2022 e il 2023, a seguito dell’improvviso aumento dei tassi di interesse, si sono registrati significativi acquisti netti di titoli di debito, superando i 206 miliardi, in particolare dei titoli pubblici italiani, che ammontano a 160 miliardi; i flussi di risparmio gestito e di depositi sono stati negativi, specialmente nel 2023.

Nonostante questo, alla fine del 2023, la quota di risparmio gestito, pari al 28,7 per cento, si trovava ancora al di sopra di quella del 2010, che era il 22,4 per cento; mentre la quota dei depositi, al 24,1 per cento, risultava inferiore di 2,5 punti percentuali; quella relativa agli investimenti in obbligazioni, pari al 7,6 per cento, era inferiore di quasi 12 punti.

Infine, i dati microeconomici dall’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF) per il periodo 2010-2023 indicano che la riconversione è stata un fenomeno generalizzato, maggiormente evidente tra le famiglie con redditi più alti, tra i residenti in aree urbane più grandi e in quelle i cui capofamiglia hanno meno di 35 anni; al contrario, è stata meno pronunciata tra i nuclei familiari con capofamiglia di 65 anni o più. Dalla metà del decennio è stato notato anche un incremento degli investimenti realizzati tramite piattaforme digitali e/o a distanza.

Gli approfondimenti monografici mostrano che la crescita del risparmio gestito è stata correlata a un aumento degli investimenti in polizze vita, in particolare da parte delle famiglie tra i 35 e i 54 anni e di quelle più anziane e benestanti. Al contrario, i Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono rimasti poco appetibili, probabilmente a causa delle loro caratteristiche intrinseche e delle incertezze legislative che hanno interessato questi prodotti a partire dal 2019.

Giovanni Lombardi Stronati

L’articolo Bankitalia, per famiglie italiane meno bond e più risparmio gestito proviene da Notiziedi.it.

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