“Uno strumento della macchina politica cinese”
Roma, 31 gen. (askanews) – La polemica tra Stati uniti e Cina ora investe anche il balletto. Due parlamentari repubblicani statunitensi – Chris Smith e John Moolenar, che è presidente di una commissione speciale della Camera dei Rappresentanti sulla Cina – hanno espresso sconcerto per la decisione del John F. Kennedy Centre for the Performing Arts di ospitare il Balletto nazionale della Cina, accusando la compagnia di danza di essere uno strumento della “macchina politica” cinese. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.
I rappresentanti Chris Smith, repubblicano del New Jersey, e John Moolenaar, repubblicano del Michigan e presidente della commissione speciale della Camera sulla Cina, hanno inviato questa settimana una lettera ai presidenti del Kennedy Centre, David Rubenstein e Deborah Rutter in merito alle esibizioni del Balletto nazionale della Cina, che sono iniziate il 29 gennaio e continueranno fino al 2 febbraio a Washington nell’ambito delle celebrazioni per il Capodanno lunare cinese.
Nella lettera, datata 24 gennaio, i due legislatori hanno accusato il Balletto nazionale della Cina di essere “controllato dal Partito comunista cinese” e hanno affermato che l’arte in Cina è “uno strumento politico” utilizzato per diffondere propaganda all’estero. “Mentre presenta una facciata amichevole al pubblico americano attraverso il balletto, questo regime sta attivamente perseguitando scrittori, artisti e altri talenti creativi che dissentono dalla linea del partito”, hanno scritto i parlamentari.
La lettera afferma inoltre che tre dei cinque leader della compagnia di danza cinese sono membri del Pcc e che la direttrice, Feng Ying, ha ricoperto posizioni ufficiali, tra cui un ruolo nel Congresso nazionale del Popolo, i cui membri sono “scelti direttamente dal partito”.
“Il Balletto nazionale della Cina ha al suo interno un Ufficio del comitato del Partito, responsabile di garantire la conformità alle direttive. Pertanto, il Balletto nazionale della Cina è chiaramente parte della macchina politica del Pcc”, si legge nella lettera.
I parlamentari hanno sottolineato che il Congresso ha stanziato 44 milioni di dollari nel bilancio 2024 per mantenere il Kennedy Centre come istituzione pubblica, aggiungendo: “Vi è la responsabilità di rendere conto ai contribuenti statunitensi di ciò che accade nel loro edificio”.
L’ambasciata cinese a Washington ha descritto le accuse come “totalmente infondate e ridicole” e ha affermato che lo spettacolo rappresenta “un brillante esempio di dialogo culturale, che promuove la comprensione reciproca tra i nostri popoli”.
Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata, ha dichiarato: “Sarebbe deplorevole se gli scambi culturali e tra i popoli venissero politicizzati e demonizzati. Esortiamo i politici coinvolti a interrompere immediatamente queste diffamazioni spinte dalla loro agenda politica”.
Il Balletto nazionale della Cina ha debuttato mercoledì al Kennedy Centre con un adattamento cinese del celebre balletto “Lo Schiaccianoci”, alla presenza dell’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Xie Feng. “Credo – ha detto il diplomatico – che questa festa dell’arte, che fonde culture cinesi e occidentali, mostrerà un fascino unico e dimostrerà ancora una volta che la ricerca della bellezza, l’amore per l’arte e il desiderio di una vita migliore uniscono i popoli cinese e americano”.