Ma non basta qualche centesimo in più per innovare il settore
Roma, 30 gen. (askanews) – “Ci stiamo battendo perchè la futura Pac vada data a chi vive di agricoltura, riscoprendo così la matrice storica della Politica agricola comune. Ma non ci possiamo accontentare di qualche centesimo in più, gli Usa investono 4 volte più della Ue sulla Pac. Le risorse devono aumentare, magari anche tramite i fondi di coesione, per potere investire su quelle infrastrutture fondamentali per il futuro dell’agricoltura”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, concludendo il convegno “AI: agricoltura intelligente”, organizzato oggi a Fieragricola Tech a Verona.
La richiesta di Coldiretti è quella di raddoppiare nei prossimi 5 anni gli investimenti sull’innovazione in agricoltura e la digitalizzazione delle campagne, portandoli a 6 miliardi di euro “anche per dare una risposta sociale – ha detto Prandini – perché l’agricoltura di precisione non può essere riservata solo a un piccolo gruppo”.
Per quanto riguarda l’Intelligenza artificiale, Prandini ha voluto sottolineare due aspetti fondamentali: il consumo di elettricità per farla funzionare e il consumo di acqua necessario a raffreddare i processori dei dati. “Un consumo di acqua tale che oggi non non c’è in nessun settore produttivo mondiale. DObbiamo implementare le aree irrigure anche grazie all’agricoltura di precisione, alla sensoristica, ma sempre partendo dal principio che dopo l’uso umano, al secondo posto c’è l’uso irriguo, perché l’agricoltura genera cibo e ha un risvolto sociale”, ha ricordato Prandini.
E, ovviamente, altro pilastro per l’innovazione in agricoltura sono la formazione e la ricerca: “per questo – ha detto il presidente di Coldiretti – si deve rgionare con le università, fare sempre più ricerca e formazione. Ma chissà perchè, quando c’è una Finanziaria le risorse per la ricerca vengono tagliate indipendentemente dai colori politici”.
Infine, una riflessione sulla sostenibilità ambientale che “non è quella di Timmermans: si fa accompagnando le imprese. E si si riuscisse a diminueire l’uso di agrofarmaci i primi a essere contenti sarebbero gli agricoltori”.